MILANO – “Vivo come tutti questi tempi che stanno passando e sono un po’ preoccupato; questa volta ho lasciato perdere i doppi sensi anche se ce ne sono alcuni…”. È la confessione di Zucchero durante la presentazione del suo nuovo album “D.O.C.”, uscito 10 giorni fa. “Il titolo mi ha fatto tribolare – puntualizza –. L’album è complesso e mi era vento in mene in tempi sospettosi, o sospesi, perché oggi c’è poca sostanza. Inizialmente non avrebbe dovuto esserci un titolo: mi è venuto in fattoria, parlando con contadini che fanno dei prodotti di origine controllata, e poi si dice così in tutto il mondo; così ho scoperto “D.O.C.”: ora voglio andare in giro per il mondo e cantare italiano”. E sì perché “D.O.C.” esce contemporaneamente in tutto il mondo, dove Zucchero è uno degli artisti italiani più amati e apprezzati, con 14 brani, di cui tre bonus tracks cantate in inglese. “Il filo conduttore è che musicalmente avevo pensato di fare qualcosa che non somigliasse ai precedenti – spiega –. Dopo due anni in tour mi sono fermato scoprendo che i tempi vanno velocemente, da ciò che si sente in radio: ho dovuto fare una ricerca e con il mio team di lavoro, in uno studio a Los Angeles, mi sono circondato di produttori giovani e veloci per soul, r&b, blues, gospel, pop, per arrivare a una elettronica calda partendo da un suono che avevo in testa, perciò rinnovandomi ma restando me stesso”.
Anticipato dal singolo “Freedom”, l’album è disponibile in cd, doppio vinile e doppio vinile color arancio in edizione limitata e in esclusiva per Amazon. “Freedom è parola usatissima, ma siamo veramente liberi? – si chiede l’artista –. Io me la sono dimenticata, perché non siamo liberi ma abbiamo una finta libertà, siamo controllati continuamene, e condizionati, insomma è una libertà apparente: l’ho scritto a quattro mani insieme all’artista britannico Rag’N’Bone Man. Il video, diretto da Gaetano Morbioli, è visibile al seguente link https://youtu.be/OMpzcw8DVyU”. Come sempre Zucchero presta molta attenzione ai testi. “È venuto un quadro un po’ così e poi mi sono accorto che ci fosse un inizio di redenzione, cominciavo a mettere in dubbio la fede, o qualcosa di superiore, di grande. Sottolineo i mali di questo tempo ma con una luce in fondo al tunnel. Sono molto geloso di questo album poiché ho toccato cose molto intime, e ho anche pensato di tenerlo per me perché poi, una volta fuori, ognuno lo fa suo nel bene e nel male”.
Autore di quasi tutti i brani, Zucchero per la scrittura ha collaborato insieme a Francesco De Gregori (Tempo al tempo), Davide Van De Sfroos (Testa o croce), Pasquale Panella (La canzone che se ne va) e altri. “Con De Gregori ci siamo visti a Roma e mi disse che dovevamo fare qualcos’altro insieme – confida –. È venuto a casa mia e abbiamo lavorato sul testo. Lino Pannella mi manda sempre dei testi dicendomi di farne quello che voglio. Van De Sfroos mi inviò questo brano: il testo mi è piaciuto subito, ma la musica non andava bene per la tipologia dell’album, così gli ho messo la mia». In “Badaboom (Bel Paese)” l’artista non la pensa come qualche politico: “I politici dicono che il nostro è il Bel Paese – fa notare – Il problema è che forse lo è stato, fatto da chi è venuto prima di noi e c’è rimasto quello che hanno fatto gli altri, bisogna dirlo; ritengo che la pentola sta bollendo e potrebbe scoppiare”. “Vittime del cool” ha fatto pensare molto a Zucchero prima di inserirla nell’album. “Mi è venuto questo titolo e sono stato piuttosto titubante… Mi sono convinto nella speranza che qualcuno non gli facesse il doppio senso: oggi se non sei cool non sei nessuno, ma c’è molta apparenza e non c’è bisogno di essere cool a tutti i costi, almeno io non ho questa necessità”.
Ad aprile 2020, “D.O.C.” verrà presentato live in tutto il mondo partendo dall’Australia per arrivare nel nostro Paese all’Arena di Verona il 22, 23, 24, 25, 26, 27, 29, 30 settembre, 1, 2, 3 e 4 ottobre. Queste invece le prime date del tour europeo: 6 giugno al Royal Concert Hall di Glasgow, 7 al Bridgewater Hall di Manchester, 10 e 11 giugno al Royal Albert Hall di Londra, 29 ottobre al Lisinski di Zagabria, 31 al Olympiahalle di Innsbruck, 1 novembre al Stadthalle di Graz in Austria, 3 all’Arena Stozice di Lubjana, 4 al Stadthalle di Vienna, 6 al Rockhal di Lussemburgo, 7 all’Amphitheatre di Lione, 11 all’Arkea Arena di Bordeaux, 14 a Le Dôme di Marsiglia, 15 al Palais Nikaia di Nizza, 17 all’AccorHotels Arena di Parigi, 19 all’Arena di Lipsia, 20 al Barclaycard Arena di Amburgo, 21 al Mercedes-Benz-Arena di Berlino, 24 al Schleyerhalle di Stoccarda, 25 all’Olympiahalle di Monaco di Baviera, 27 al Festhalle di Francoforte, 28 all’ISS Dome di Düsseldorf, 29 al Ziggo Dome di Amsterdam, 1 dicembre al Zénith Arena di Lille, 2 al Emsland Arena di Lingen e 5 al Hallenstadion di Zurigo. Il tour ritornerà in Italia nel 2021. Per ora le uniche date italiane sono le dodici di Verona, “uno dei più bei posti al mondo per fare musica”, sottolinea convinto Zucchero.
Franco Gigante
Nell’immagine di copertina, Zucchero
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