VITERBO – Scriveva Giovenale nelle sue Satire “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano“, cioè “bisogna pregare per avere una mente sana in un corpo sano”. In questa celeberrima frase Giovenale criticava i suoi contemporanei che erano alla ricerca di prestigio, ricchezza, gloria, senza rendersi conto che è tutto effimero, ma ciò che conta veramente è essere sani.
Uno che l’ha proprio capito ai giorni nostri è un arzillo ottuagenario della Sardegna, più precisamente di Aritzo, un comune di 1184 abitanti in provincia di Nuoro, situato nell’antica regione della Barbagia di Belvì. Lo chiamano “Zigheddu”, ma per l’anagrafe è Francesco Calledda, 84 anni e con una tempra indistruttibile, come si suol dire “d’acciaio”. È un instancabile camminatore, molto noto per la sua notevole resistenza fisica, dai nobili principi, un fisico sano ed in ottima forma, figuriamoci la mente: in questi giorni non ha rinunciato ad allenarsi nemmeno sotto la neve ed il grande freddo.
Bisogna sottolineare che in Barbagia, cuore della splendida Sardegna, quando nevica lo fa sul… serio. Alcuni giornali locali hanno resa nota la notizia, perché è un esempio, un buon esempio per tutti, anche perché come scriveva Arthur Schopenhauer: “I beni soggettivi, come un nobile carattere, un cervello capace, un temperamento felice, un animo sereno e un corpo ben costituito e completamente sano, cioè in genere mens sana in corpore sano, sono i primi e i più importanti per la nostra felicità, ragione per la quale noi dovremmo pensare più al loro mantenimento e al loro sviluppo che non al possesso di beni e di onori esterni”.
L’atleta barbaricino è stato accompagnato da alcuni amici, nel suo allenamento sulla strada ammantata di neve, alcuni giorni fa. Tenace, ferreo e forte come una roccia ha sfidato le basse temperature e la neve per allenarsi. Un vero atleta, a dispetto dei suoi anni, testimoniando che con determinazione, coerenza e forza di volontà si può mantenere bene il proprio stato di salute psicofisica. Mai arrendersi, quindi, ed avanti tutta in marcia con “Zigheddu”.
Laura Ciulli
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