FIRENZE – Abbattere gli stereotipi sul mondo del lavoro e le quote rosa: è l’obbiettivo di Bet She Can, fondazione volta ad offrire a bambine e ragazze in età preadolescenziale strumenti per sviluppare la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità e, al contempo, di sensibilizzare e motivare le loro famiglie, influenzare le istituzioni nazionali e internazionali determinando un cambiamento di contesto, mentalità e modelli sociali.
Grazie alla collaborazione con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ed il MIUR che hanno accolto i principi fondanti di Bet She Can, è stato ideato il progetto “Women in Motion: in viaggio con l’altra metà del cielo” che ha visto l’ITIS Meucci di Firenze come uno dei dieci Istituti tecnici selezionati a livello nazionale per parteciparvi.
Protagonisti dell’evento conclusivo, oltre alle alunne della Scuola Elementare “Don Minzoni” di Firenze, Gabriele Toccafondi (sottosegretario al MIUR), Alessandra Sacchetti (RFI), Marie-Madaliane Gianni (presidente di Bet She Can), Luciano Giuseppe Maresca (dirigente dell’ITIS Meucci), la classe 3.A LG e tutte le ragazze che frequentano il terzo anno al Meucci che hanno così contribuito all’ideazione di un progetto innovativo che potesse coinvolgere un gruppo di giovanissime e che si potesse rivelare efficace per il loro empowerment.
Il progetto si è sviluppato in una serie di incontri, per complessive 50 ore di attività, durante i quali le bambine della scuola elementare, assistite unicamente da ragazzi e ragazze del Meucci, sono state coinvolte ed avvicinate al mondo della Logistica.
Nessun banco, nessuna cattedra e nessun docente, ma solo bambine e ragazzi che si sono incontrati, conosciuti, e che giocando insieme hanno progettato e realizzato un plastico ferroviario dell’infrastruttura di un interporto, in un clima di collaborazione e cooperazione, frutto della passione di tutti i soggetti coinvolti. Il titolo del progetto “Interscambiamoci” può essere considerato l’emblema delle sue finalità: uno scambio di esperienze tra contesti di provenienza totalmente diversi, nell’ottica di una crescita comune, finalizzata all’acquisizione di nuove consapevolezze e allo sviluppo dei talenti e delle capacità delle bambine e dei ragazzi coinvolti.
Gli studenti del Meucci hanno imparato non solo a trasmettere le proprie conoscenze alle bambine, ma anche a relazionarsi con loro, cercando di coinvolgerle stimolando la loro curiosità attraverso il loro entusiasmo educativo, emerso spontaneamente nel momento in cui da discenti sono divenuti docenti. Nonostante l’autonomia lasciata ai ragazzi e alle bambine nel gestire ed organizzare l’evento, è stata di fondamentale importanza l’attività di coordinamento e supervisione dei docenti del Meucci e della Don Minzoni che, mediante lo sviluppo di una didattica priva di lezioni frontali, hanno partecipato con entusiasmo a questo momento di crescita dei ragazzi e delle bambine.
Boris Zarcone
Nella foto di copertina, il logo del progetto “Women in Motion”
Lascia un commento