MILANO – Viaggiare lavorando, liberi di poter vivere e lavorare ovunque, sfruttando le nuove opportunità del web. Il sogno di molti, il coraggio di pochi. Si tratta di una nuova filosofia di vita e di lavoro, sostenibile e alternativa ai modelli tradizionali, basata sulle aspirazioni personali e sul desiderio di indipendenza e di mobilità. Una filosofia che si sta diffondendo anche in Italia e che piace molto ai giovani desiderosi di conoscere popoli, culture e paesaggi nuovi continuando a svolgere la propria attività lavorativa.
Alberto Mattei è il fondatore del progetto Nomadi Digitali, nato con lo scopo di condividere con chi ama viaggiare il desiderio concreto di trovare uno stile di vita non convenzionale che permetta di dedicarsi alla propria passione. “Durante un viaggio in Messico – racconta Alberto – ho casualmente scoperto che nel mondo ci sono persone che riescono a vivere ovunque lavorando grazie a un computer portatile e una connessione a Internet e ho deciso che quella sarebbe stata anche la mia strada e così è iniziata la mia avventura. Ho dato vita a questo progetto per diffondere anche in Italia questo nuovo stile di vita e di lavoro”. Esperto in comunicazione online e consulente freelance per lo sviluppo di progetti web, Mattei ha per prima cosa elaborato un Manifesto dei Nomadi Digitali che praticamente è una dichiarazione di intenti su ciò che vogliono fare e sui principi in cui credono. Un punto di partenza, ma anche una guida.
Infatti, il fondatore del progetto ha creato una community attraverso la quale condividere esperienze vissute, offrendo consigli utili, servizi e collaborazioni, creando relazioni e favorendo nuove conoscenze. Tante le storie interessanti di persone che ce l’hanno fatta e che si raccontano. L’esperienza che racconta nei suoi libri Gianluca Gotto, per esempio, è molto affascinante e attraente, con diversi spunti di riflessione. La sua vita è organizzata in modo tale da avere come unico punto fermo il suo caravan attrezzato di cucina, camera da letto, servizi, pannelli solari per il collegamento a Internet e un computer. Con questo può vivere serenamente insieme alla sua compagna, lavorare come scrittore e blogger, viaggiare e godere sempre di splendidi paesaggi senza l’assillo del mutuo della casa da pagare o della metropolitana da prendere per andare in ufficio. Il sogno di tanti divenuto realtà. L’importante è cambiare la prospettiva.
Per la maggior parte delle persone avere una casa propria è un bisogno irrinunciabile, è così da sempre. E’ il luogo dove sei nato o comunque dove vivi e dove ritorni. Ma ecco che Gianluca Gotto sottolinea come possa cambiare l’idea di casa quando si viaggia. “Girando per il mondo capisci che puoi trovare la tua ‘casa’ ovunque, perché ‘casa’ non è un edificio, ma è qualcosa che senti dentro. E’ il tuo mondo, il tuo sentire, il tuo stare a tuo agio sentendoti bene. Puoi sentirti a casa in tanti luoghi e modi differenti quando viaggi. Succede sempre qualcosa di meraviglioso”. Da questa riflessione nasce uno dei libri di Gotto “Succede sempre qualcosa di meraviglioso”. Un viaggio tra antichi insegnamenti orientali e un modo tutto nuovo di considerare la vita. “Puoi sentirti a casa ogni volta che affondi i piedi nella sabbia della tua spiaggia preferita, quella dove il cuore si alleggerisce e i tuoi occhi si perdono nella linea dell’orizzonte che divide il cielo dal mare – si legge nell’estratto -. Puoi sentirti a casa quando osservi il sole che tramonta su un luogo di cui ti sei innamorato. Potrebbe essere la Valle di Bagan, il Macchu Picchu o il deserto del Sahara. Ma potrebbe anche essere un posto poco conosciuto, che senti tutto tuo”.
“Niente casa con mutuo, meglio una casa su ruote”, aggiunge Oliver, un ragazzo neozelandese che alla soglia dei trent’anni si è ritrovato come molti suoi coetanei a chiedersi cosa fare della sua vita. Se molti suoi amici avevano le idee chiare e iniziavano a richiedere mutui e prestiti per poter comprare casa, Oliver cercava qualcosa di completamente diverso. Per lui, stabilirsi in un solo luogo e lavorare per pagare il mutuo, le bollette e le spese di una casa che un giorno sarebbe stata sua, significava allontanarsi dalla felicità. La sua felicità aveva un’altra forma: quella di un van. “Volevo sentirmi a casa dentro il van, così l’ho allestito e arredato seguendo esclusivamente i miei desideri. Volevo un materasso vero, non uno di quelli che si piegano, volevo molta luce naturale e un ottimo sistema elettrico per non dover rinunciare a nessuno dei comfort che avrei in una casa”. Ci è riuscito e ne va fiero.
Ma come si può riuscire a conciliare la propria vita lavorativa con la voglia di viaggiare ed essere ovunque porta il cuore?”. Di certo la frase “Due cuori e una capanna“ non può essere sostituita, oggi come oggi, in modo semplicistico con “Due cuori, un caravan e un Pc”. Sarebbe troppo facile. Allora bisogna vedere per prima cosa se ci si sente davvero pronti ad essere un nomade digitale, abbandonando l’idea di casa in muratura e di famiglia che si ritrova tutti insieme per il pranzo domenicale, con la voglia di girare il mondo lavorando on line. Probabilmente ora i tempi sono abbastanza maturi per farlo, l’importante è trovare un lavoro adatto. Eccone alcuni: blogger, assistente virtuale eseguendo diverse attività on line secondo la propria esperienza e formazione, graphic/web designer, SEO, videomaker, traduttore, scrittore, programmatore web, fotografo, docente, traffiker (specializzato nella pubblicità on line), freelance. La scelta è vasta.
Ultimamente si è aggiunta una nuova possibilità per chi volesse provare la vita di nomade digitale offerta a sole 12 persone da AIRBNB. I candidati possono presentare la domanda fino al 30 giugno. I prescelti partiranno l’1 settembre e viaggeranno soggiornando in diversi alloggi AIRBNB annotando le condizioni delle sistemazioni, verificando i servizi e le possibilità per i futuri clienti. Questo permetterà anche di capire chi potrà usarli per abitarci e in che modo potrà organizzarsi per il lavoro. I partecipanti, che testeranno gli alloggi, avranno un rimborso per le spese di viaggio e naturalmente soggiorneranno gratis durante tutto il periodo di 10 mesi. Essi stessi così avranno modo di verificare se la vita di nomade digitale è proprio ciò che andavano cercando oppure no.
Margherita Bonfilio
Interessante articolo, che cavalca i tempi. Personalmente penso che l’uomo segua i suoi istinti e il desiderio di conoscere già dalla sua comparsa e se non avesse viaggiato tanti continenti non sarebbero abitati e neanche noi esisteremmo. Semplicemente cambiano i modi. Poi arriva la donna che inventa l’agricoltura e costruisce il nido.