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La Via Appia diventa Patrimonio Unesco

di | 2024-09-08T13:53:17+02:00 8-9-2024 1:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

ROMA – La via Appia è entrata a far parte del Patrimonio Unesco. Il Comitato, riunitosi a Nuova Delhi in occasione della 46esima sessione, ha deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale. Per l’occasione l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aveva sottolineato che “l’Unesco ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente”.

Quella che potremmo considerare l’Autostrada del Sole degli antichi Romani è il sessantesimo sito italiano che rientra in questa significativa classifica, promossa direttamente dal Ministero della Cultura. La strada deve il suo nome ad Appio Claudio Cieco, il censore che, nel 312 a.C., fece avviare i lavori proprio sul solco di un vecchio tracciato che collegava Roma ed i Colli Albani. Nota anche come “Regina viarum” (la regina delle strade), così chiamata dal poeta Stazio (I secolo d. C.), attraversa ben quattro regioni italiane: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, da Roma fino a Brindisi, passando per Latina, Caserta, Benevento, Potenza, Matera e Taranto, fino a raggiungere l’Adriatico. Da notare, comunque, che il tratto meglio conservato è quello alle porte della Capitale, nel Parco regionale (Lazio) dell’Appia.

All’inizio collegava la Capitale a Capua, successivamente venne prolungata fino a Brindisi, che rappresentava un importante porto d’imbarco per il Levante, trovando addirittura una continuazione oltremare nella via Egnatia. Nel tratto in prossimità dell’Urbe vennero edificate residenze fastose, mausolei e sepolcri di personaggi illustri come quello di Cecilia Metella. Inoltre, dal II secolo d.C. vi sorsero le catacombe cristiane, tra le quali quelle di san Callisto. L’Appia è stata il teatro del terribile episodio della crocifissione di circa 6000 schiavi che nel 71 a.C, guidati dal gladiatore Spartaco, si ribellarono a Roma.

Da Porta Capena nei pressi del Circo Massimo, dunque, fino a Brindisi in 2300 anni di storia, testimoniati ancora ai tempi nostri, dalle rovine ai bordi della strada, passando per il Medioevo ed il Rinascimento, ormai Patrimonio dell’Unesco.

Laura Ciulli

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