VITERBO – La presentazione il 22 novembre 1969 al salone di Milan: costava 132.000 lire. Tanto valeva il più grande desiderio dei quattordicenni di quegli anni. Ora si potrebbe provare a ricalcolare il costo della vita di quei tempi e rapportarlo ai giorni nostri per capire meglio il suo valore economico attuale, ma di certo non quello emotivo perché solo il piacere di guidarla e di scorrazzarci in giro per le strade vale più di qualsiasi prezzo. Un sogno per tutti chiamato semplicemente: Vespa 50 Special, il mito.
In verità il brevetto della Vespa venne depositato il 23 aprile del 1946 grazie alla felice intuizione del progetto della Piaggio ad opera dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio che con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, riuscì a realizzare questo innovativo scooter con motore a due tempi da 50 cc, dalle linee morbide ed eleganti, destinato ad una clientela giovane e senza patente. Nel progetto riuscirono ad introdurre la novità della leva delle marce sul manubrio rivoluzionando anche la posizione della seduta, ora comoda come stare in poltrona, proponendo altri interessanti cambiamenti che la distinsero dal resto delle motociclette dell’epoca come la carrozzeria portante che copriva il motore e le parti meccaniche, offrendo inoltre uno scudo protettivo per le gambe sia contro gli urti che contro le intemperie. Con questi originali e minuziosi accorgimenti il nuovo scooter Piaggio poteva essere guidato con qualsiasi tipo di abbigliamento senza il rischio di sporcarsi a tutto vantaggio della clientela soprattutto quella femminile.
Da subito la Vespa si impose sul mercato ottenendo un notevole successo di vendite ma nulla potrà essere paragonato al trionfo di popolarità e di gradimento che riuscì a conseguire con il modello 50 Special capace di raggiungere risultati di vendita inimmaginabili specialmente nella sua ultima e iconica versione, quella con il faro rettangolare e le quattro marce. Inconfondibile inoltre su tutta la serie il sellino allungato a gobbino in grado di ospitare abbastanza comodamente, anche se vietato, un secondo passeggero. Nella cultura di massa, il mito della Vespa 50 Special rappresenta ancora adesso un simbolo di gioventù, di spensieratezza e di libertà, un ricordo tangibile di quel determinato periodo storico, capace di incrementare negli anni il proprio prestigio ed il valore economico riconosciuto da tutti ma in particolare dagli amanti del genere e dai collezionisti.
Venne prodotta fino al 1983 e oltre ad aver stabilito il record mondiale di vendite per i ciclomotori rappresenta ancora oggi un’icona italiana nei musei di design, arte moderna, della scienza e della tecnica di tutto il mondo; inoltre, a conferma della grande notorietà raggiunta è bene ricordare che la Vespa 50 Special viene tuttora esposta in maniera permanente al Moma di New York e al Triennale Design Museum di Milano proprio perché le sue linee e il suo stile la rendono unica e inimitabile.
“Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi…” cantava Cesare Cremonini che rese omaggio al mito della Vespa in una sua celebre canzone e proprio in queste parole è racchiusa tutta l’essenza del sogno e la meravigliosa visione di libertà che questo simbolo italiano rappresentava per i ragazzi di quegli anni. E forse lo trasmette ancora oggi a tutti quelli che ormai ragazzi non lo sono più.
Paolo Paglialunga
Grande Vespa, l ho avuta intorno agli anni 85/86 disattendendo i consigli di mio papà che sosteneva fosse pericolosa in quanto avendo il motore montato solo da una parte potesse sbilanciare specialmente nelle curve il ciclo.
In realtà caricavo nel sellino posteriore mia sorella o qualche amica, e con altre ragazzine che montavano il Caballero e KTM
Scorezzavamo per il lungomare di Chioggia spesso inseguite da qualche pattuglia dei carabinieri……
Mitica VESPA grazie Paolo per aver riportato in vita ricordi di un passato spensierato…..
Ha…..i carabinieri non ci hanno mai prese!!!!!
Bellissimo ricordo
Anche se a me è stato sempre vietato guidare motorino e simili….ma a casa nessuno ha mai saputo che avevo amici complici
Quindi ricordo degli anni di massima libertà anche se rubata
Grazie Paolo
… detta anche SPECIALINO!!!!! mi marito racconta che diceva cambiare spesso la gomma posteriore ma poco quella anteriore…. quante impennate!!!!! alla faccia dei carabinieri!!!
Ah.. La Vespa, la vespa..
Galeotta fu a Vespa!!
Eh si perché tanti, ma tanti anni fa vidi una ragazza su una bianca vespa 50….
Io invece avevo il “Vespone” (così comunemente chiamato) che era più da “acchiappo”. Tutti i giorni sempre presente all’uscita si scuola. Il Magistrale, notoriamene frequentato quasi esclusivamente da studenti di genere femminile..
Bei ricordi..
Ma io ripensavo alla ragazza sbarazzina con la vespa 50.
Galeotta fu la vespa!!
Eh, già.. La ragazza della vespa bianca è da un po’ di tempo mia moglie.
Quanti ricordi…grazie per questo bellissimo articolo.Tiziana Martucci