//Veronika dalla guerra al Conservatorio

Veronika dalla guerra al Conservatorio

di | 2022-04-17T07:17:26+02:00 17-4-2022 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti
Veronika Dunyak ha 19 anni, suona il violino ed è dotata di un eccezionale talento naturale che gli esperti definiscono “purissimo”. E’ nata in Ucraina, precisamente nel Donbass, e lì aveva vissuto finora. Quando è scoppiata la guerra, è fuggita, ma un’unica cosa è riuscita a portarsi dietro nella fuga: il violino. Lo strumento al quale ha affidato i suoi sogni, il suo futuro, la sua vita. Arrivata in Italia, dopo un viaggio che definire avventuroso è proprio il minimo, viene  ospitata gratuitamente insieme all’amica Taya da una famiglia che abita nell’hinterland fiorentino. L’obiettivo è riprendere il prima possibile a studiare, intanto comincia a fare quello che le riesce meglio: suonare. E lo fa esibendosi a Firenze in piazza del Duomo (all’angolo tra via dei Cerretani e Borgo san Lorenzo) dove, tra gli applausi del pubblico, raccoglie soldi per inviarli alla sua famiglia (i genitori, cinque tra fratelli e sorelle) che è riuscita a rifugiarsi in Polonia, abbandonando quella terra martoriata.
Ma, dopo un po’, le si avvicinano alcuni agenti della Polizia locale in borghese che le intimano di smettere perché “non aveva il permesso per suonare” (questa è la motivazione ufficiale). Per carità, la legge è uguale per tutti e va rispettata sempre e comunque, ma… Probabilmente, ci sarebbero altre maniere per e soprattutto sarebbe bastato un po’ di buonsenso per comprendere che la situazione aveva un carattere particolare e che quindi chiudere un occhio non avrebbe costituito una violazione dei regolamenti, né un’omissione di atti dovuti. Veronika non ha protestato, ha rimesso il violino nella custodia e se ne è andata, non senza aver fatto notare che non conosceva questa disposizione e che nel suo Paese non esiste il divieto di suonare per strada.
La vicenda raccontata sulle colonne del Corriere Fiorentino non si è chiusa lì, per fortuna. Il sindaco Dario Nardella (anch’egli appassionato di violino) e ha investito del problema il Conservatorio Cherubini di Firenze per cercare di trovare una soluzione. Il direttore Giovanni Pucciarmati ha risolto la questione in poche battute e, approfittando delle borse di studio che l’istituzione musicale mette a disposizione di ragazzi in difficoltà, le ha offerto di continuare gli studi a Firenze: Veronika tornerà a lezione subito dopo Pasqua. “E’ incredibile quello che è successo negli ultimi giorni. Fino a ieri ero sfollata, ho viaggiato per cinque giorni cambiando cinque treni e un autobus, poi l’arrivo a Firenze, suonavo per strada, oggi ho una casa, potrò suonare al Conservatorio, in Ucraina non potevo farlo perché la mia famiglia non aveva soldi per l’iscrizione”. 

“Mi è dispiaciuto molto – continua -. In Ucraina non è proibito suonare per strada. Ci sono rimasta male. Voglio studiare musica, perfezionarmi a suonare il violino e nel frattempo lavorare per guadagnare soldi per aiutare la mia famiglia. Il mio maestro di violino in Ucraina mi ha sempre detto che il talento si crea anche studiando. E allora devo studiare. Nel frattempo vorrei imparare meglio l’inglese e studiare l’italiano”. Un ultimo pensiero per il Donbass: “È sempre stata la mia casa, ma adesso sembra impossibile ritornare. La guerra si prospetta lunga, le città attorno alla mia sono distrutte. E adesso in Italia ho questa possibilità di studiare che vorrei provare a coltivare. Mi piacerebbe tornare in Ucraina ma in vacanza”. E il fidanzato? “Lui è rimasto lì per combattere… Ci sentiamo tutti i giorni, mi manca tantissimo”.

Buona domenica e Buona Pasqua. Soprattutto a Veronika.

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