Sydney è la più popolosa città australiana (oltre 5 milioni e 100mila abitanti), è la capitale del Nuovo Galles del Sud ed è una delle metropoli più multiculturali del mondo. Attualmente è al 14º posto della classifica delle città globali, intendendo con questo termine la capacità di saper intercettare meglio gli effetti della globalizzazione e dell’urbanizzazione. Insomma, dal 1788 quando vi arrivarono i primi coloni britannici, guidati dal capitano Arthur Phillip per fondarvi una colonia penale, e dal 1860 quando si decise di smettere di trasportarvi criminali, di strada ne ha percorsa parecchia tanto da diventare un centro culturale ed economico davvero globale, tanto che nel 2000 ospitò le Olimpiadi e nel 2008 la Giornata Mondiale della Gioventù. A Sidney inoltre sono presenti 23.000 lampioni e 115 edifici pubblici.
Ma perché questi ultimi due dati che nulla hanno a che fare con tutto il resto? Perché in quella lontanissima realtà hanno deciso di alimentare con energia rinnovabile tutto ciò che è comunale. E quindi anche impianti sportivi, parchi, piscine, scuole, mezzi pubblici, biblioteche… La svolta iperecologista era cominciata già nel 2016 quando fu deciso di adottare una serie di misure che permettessero di ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili: l’obiettivo fissato era di centrare l’obiettivo entro il 2030, ma con un contratto di acquisto siglato il 1 luglio con la PPA (Power Purchase Agreement) l’azzeramento avverrà 6 anni prima, nel 2024. Il contratto ha un valore di 60 milioni di dollari e permetterà di acquistare energia totalmente rinnovabile con un risparmio annuale sulle bollette della luce di mezzo milione di dollari per i prossimi 10 anni e con una riduzione di emissioni inquinanti pari a 200.000 tonnellate.
“Siamo nel pieno di un’emergenza climatica. Se vogliamo ridurre la CO2 e far crescere il settore dell’energia verde, tutti i livelli di governo devono passare urgentemente alle energie rinnovabili”, sottolinea il sindaco Clover Moore. L’accordo raggiunto con la PPA, infatti, non solo ha un impatto considerevole sull’abbattimento di anidride carbonica e altri gas tossici, ma permetterà anche la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della green energy. L’energia sarà prodotta in 3 impianti a fonti rinnovabili presenti sul territorio: due parchi solari e un parco eolico. Le tre centrali si trovano tutte nel Nuovo Galles del Sud: il parco eolico Sapphire Wind Farm, vicino a Inverell, fornirà i 3/4 dell’energia cittadina, mentre 1/4 verrà fornito dai vicini parchi solari Bomen Solar Farm e Shoalhaven Solar Farm. La transizione verrà portata avanti gradualmente in questi mesi per arrivare al passaggio completo entro la fine dell’anno, al massimo l’inizio del 2021.
Se il buon esempio viene dall’amministrazione pubblica, allora anche i privati sono certamente più disponibili a svoltare nella direzione dell’emissione zero (o quasi) e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Magari, i nostri amministratori potrebbero farci un pensierino…
Buona domenica.
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