VITERBO – É stata realizzata nei giorni scorsi, dall’artista veneto Marco Martalar, l’imponente scultura lignea di un’Orsa posizionata in un vero e proprio palcoscenico naturale, in una radura immersa nei boschi sopra l’altopiano di Pradel, a Molveno (Trento), con le Dolomiti di Brenta a far da sfondo. Questa straordinaria opera, alta sei metri e lunga otto, è stata creata con circa 2.000 pezzi di radici di larice raccolte sul terreno dopo il passaggio della devastante tempesta Vaia.
L’Orsa di Martalar rappresenta un autentico capolavoro artistico che invita a riflettere sulla condivisione degli spazi con animali che in questi luoghi hanno il loro habitat naturale, ci vivono, si nutrono e procreano. Inutile negarlo ma il bosco è tradizionalmente la casa dell’orso che nel caso dell’opera di Martalar viene visto come simbolo di resilienza e rinascita e così descritto dall’autore nei suoi profili social: “L’Orsa di Molveno è un’opera che apre il cammino verso un equilibrio ancora da raggiungere tra Uomo e Natura, tra chi abita queste montagne e gli animali che ci vivono. Per continuare a dare forza e fiducia al popolo tenace che abita questo territorio, l’imponente opera lignea ci spinge a immaginare e ricercare un equilibrio con tutti gli animali che qui si trovano; ci suggerisce di guardare con stupore alle meraviglie che ci circondano ma anche di avere rispetto degli spazi e prestare consapevolezza del luogo in cui ci troviamo dove l’umanità è piccola… nei confronti della Natura”.
L’opera di Martalar è quindi molto più di una semplice scultura. È un messaggio potente di speranza verso la natura stessa che mette in evidenza il delicato equilibrio fatto di rispetto e convivenza tra animali del bosco e umani. Tuttavia, non tutti hanno accolto con favore questa nuova creazione artistica. Alcuni membri della comunità locale, ancora scossi dalle recenti tensioni con gli orsi del Parco Adamello Brenta, hanno espresso preoccupazioni soprattutto per la sua collocazione in una zona già segnata da tragici attacchi di orsi contro l’uomo. Forti polemiche ci sono state anche sui canali social da parte dei soliti ‘leoni da tastiera’ e quindi Martalar ha iniziato a ricevere minacce di morte indirizzate a lui e ai suoi familiari e contro la sua opera.
Proprio per prevenire atti di vandalismo verso l’Orsa, le autorità locali hanno adottato misure di sicurezza straordinarie, installando estintori automatici e telecamere di sorveglianza intorno alla scultura ma nonostante tutte queste polemiche Martalar rimane fermo nella sua convinzione che l’arte possa essere un ponte tra le persone e la natura: “Vorrei che quest’opera venisse interpretata non come un mettere il dito nella piaga, ma realizzata per cercare di risanare le polemiche”.
La sua Orsa è un invito a usare buonsenso nei complicati discorsi tra la protezione della fauna selvatica e la sicurezza delle comunità umane e sta lì quasi a rappresentare che nei boschi ci vuole sempre estrema prudenza ed una particolare attenzione per l’ambiente circostante e per chi lo abita. L’Orsa di Molveno è destinata a diventare un simbolo duraturo, capace di suscitare emozioni contrastanti ma anche di stimolare un dialogo necessario per la tutela degli abitanti del bosco e per la tranquillità di tutti i cittadini. Che si tratti di un’opera d’arte amata o controversa, ha sicuramente catturato l’attenzione e il cuore di molti, invitandoci a riflettere oltre le nostre paure in modo da vivere la natura con armonioso rispetto.Paolo Paglialunga
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