L’Università della Tuscia cresce sia per quanto riguarda la situazione finanziaria, sia per gli investimenti in strutture, tecnologie e servizi agli studenti.
Il Senato Accademico e il Consiglio d’Amministrazione di Unitus hanno infatti approvato il bilancio consuntivo 2021 che conferma la grande solidità dell’ateneo viterbese.
I proventi operativi arrivano a toccare quasi 67 milioni, un valore mai raggiunto in precedenza. In particolare i proventi da ricerca ammontano a circa 9 milioni di euro, pari a oltre il 15% del totale, un valore molto elevato che già poneva l’Università della Tuscia al terzo posto in Italia nel 2021, secondo i dati recentemente resi noti dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
“L’elevata capacità di attrarre fondi di ricerca del nostro ateneo – ha sottolineato il rettore Stefano Ubertini – è un elemento di grande soddisfazione. I risultati mostrano che l’Ateneo è molto forte sia nel trasferimento tecnologico che nella ricerca competitiva. Siamo tra le prime università in Italia nonostante le evidenti differenze di contesto socio-economico rispetto a molte realtà del nord.”
Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizio Rossi, delegato al Bilancio dell’Università. “Il bilancio – ha affermato – mostra chiaramente quanta attenzione il nostro ateneo riservi agli studenti, al diritto allo studio, al controllo interno e alla gestione dei rischi considerato che i proventi da contribuzione studentesca rimangono pressoché inalterati rispetto all’anno precedente, malgrado l’aumento della no tax area e l’incremento del numero degli iscritti e l’aumento dei costi per sostegno agli studenti di quasi il 20%”.
Risultati questi che consentiranno all’Università della Tuscia di proseguire nella politica di investimenti utile anche per lo stesso territorio viterbese e di tutto l’Alto Lazio.
Infatti è già pronto un ambizioso programma di espansione per la didattica e la ricerca. Alle opere già in cantiere si aggiungono altri interventi in fase di progettazione per un investimento complessivo superiore a 10 milioni di euro come il recupero di diverse strutture sperimentali in Azienda agraria e presso le saline di Tarquinia, la costruzione di un nuovo edificio per la didattica e di una palestra omologata presso il Campus Riello e gli investimenti per il polo universitario a Rieti, dove al Laboratorio per l’innovazione della filiera olivicolo olearia si intende affiancare una infrastruttura di agricoltura digitale e meccatronica per la ricerca e l’innovazione della filiera agroalimentare e un centro di ricerca sull’economia circolare, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
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