//Un termovalorizzatore per battere i rifiuti

Un termovalorizzatore per battere i rifiuti

di | 2020-01-21T18:33:59+01:00 19-1-2020 6:40|Punto e Virgola|0 Commenti

Prima domanda, molto semplice: ma in Danimarca, in particolare a Copenaghen, sono tutti impazziti? Risposta, altrettanto semplice: sicuramente no. Seconda domanda: i danesi sono diventati improvvisamente antiecologisti e assassini dell’ambiente? Risposta: certamente no. E allora, vien da chiedersi, perché questo popolo di sicure tradizioni e di grandi qualità democratiche decide di autopunirsi e di infliggersi una severissima flagellazione figurata costruendo un termovalorizzatore nel pieno del centro abitato della capitale? Per il semplice fatto che si tratta di una scelta di civiltà che va incontro all’ambiente, tutelandolo e non – contrariamente a quanto comunemente si crede – aggredendolo.

Gli ecologisti integralisti di casa nostra, quelli sempre pronti a dire no a tutto dovrebbero farsi un viaggetto a Copenaghen (peraltro una splendida città) per capire che cosa stanno combinando da quelle parti in tema di smaltimento di rifiuti e di conseguente produzione di energia. Perché lì non sono affatto pazzi e nemmeno inquinatori di professione e/o distruttori di speranze: sono semplicemente al passo con i tempi. In Italia, come sappiamo tutti bene, quando si pronuncia la parola termovalorizzatore si scatena puntualmente una valanga di proteste e di polemiche, con il consueto codazzo di sit-in, marce, presidi permanenti e tutto l’armamentario conseguente. Che talvolta sfocia pure in violenze inaccettabili contro le cose, se non addirittura contro le forze di polizia chiamate a garantire l’ordine pubblico.

Il fatto è che pochi sono realmente informati su che cosa è la termovalorizzazione: con semplici parole, si tratta di una tecnologia in cui il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato per produrre vapore. Questo, a sua volta, può essere utilizzato per la produzione diretta di energia elettrica o come vettore di calore (teleriscaldamento). Tutto qui. Le banali e tutt’altro che scientifiche obiezioni riguardano essenzialmente la velenosità dei fumi prodotti durante il processo di combustione, associata ai cattivi odori emanati. Perché allora in Danimarca non si pongono il problema? No, se lo pongono seriamente e lo risolvono attraverso le moderne tecnologie che permettono di assorbire totalmente puzza e veleni. Insomma, tutto depurato e pulito.

Si pensi al problemi dei rifiuti da smaltire in ogni città grande o piccola d’Italia, a partire da Roma dove pressoché mensilmente scoppia la grana dei cassonetti stracolmi, dei sacchetti abbandonati per strada e del luogo dove andarli a depositare. D’accordo, c’è la soluzione della raccolta differenziata, ammesso (e non concesso) che venga fatta con tutte le regole realmente rispettate. Resta comunque l’indifferenziato che va comunque smaltito. E allora si ricorre ancora in molte zone del nostro Paese alla soluzione delle discariche, quelle sì inquinanti e destinate in ogni caso ad essere temporanee perché prima o poi vanno chiuse in quanto non più in grado di sopportare l’arrivo di altre tonnellate di rifiuti.

A Copenaghen (oltre 600mila abitanti, più o meno come Palermo) il nuovo termovalorizzatore (che sostituisce quello che ha funzionato nei quarant’anni precedenti) è anche un’opera architettonica di tutto rispetto, come dimostrano le immagini, ed è gestito dalla Amarger Resourcecenter (ARC), azienda di proprietà di cinque comuni dell’area metropolitana della capitale. Sarà capace di smaltire ogni ora 35 tonnellate di rifiuti. Accanto all’impianto è nata un’intera area verde (si chiama CopenHill) dedicata agli sportivi e alle famiglie: che ha preso  il posto della vecchia e grigia zona industriale. Il termovalorizzatore è in grado di bruciare 400mila tonnellate di rifiuti l’anno, di cogenerare elettricità per 62.500 abitazioni e di garantire acqua calda per più di 160.000. “L’abbiamo costruito così vicino alla città per il turismo e perché diventi un simbolo”, sottolinea Frank Jensen, sindaco di Copenhagen, che punta a diventare la prima città al mondo a emissioni zero, e conta di farlo entro il 2025, vietando le auto già dall’anno prossimo: “È un obiettivo molto ambizioso ma ben avviato, le nostre emissioni di CO2 sono diminuite del 33 percento dal 2005”.

I danesi sono inquinatori di professione? No, sono semplicemente seri.

Buona domenica.

 

 

 

 

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