ROMA – Italiano e matematica ma anche diritto, economia, lingue. Le materie di studio del futuro liceo del Made in Italy sono un mix tra i temi di base dei corsi tradizionali e l’apertura ad aree di studio ora trascurate o del tutto assenti nell’istruzione secondaria. “Stiamo pensando a un liceo del Made in Italy per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra nostra cultura, i territori e la nostra identità”, ha spiegato la premier Giorgia Meloni al Vinitaly.
Così, oltre a molte ore di italiano e matematica, chimica, scienze, lingue, filosofia e storia – soprattutto nel primo biennio – andranno via via aggiungendosi materie di diritto, economia, marketing e tutela del made in Italy oltre a studi sul mercato internazionale “per tutelare il brand italiano”, alle politiche che servono per salvaguardarlo e alla conoscenza di come sono strutturate e lavorano le piccole e medie imprese italiane.
Il tema, come detto, è stato rilanciato dalla premier Meloni in occasione del Vinitaly di Verona, ma – come ricorda Orizzontescuola – la leader di Fratelli d’Italia ne aveva già parlato durante la campagna elettorale. L’obiettivo è creare un percorso per “dare continuità a una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti”.
L’idea insomma è creare professionalità che operino per promuovere e difendere le eccellenze italiane nel mercato globale: esperti che possano esportare e posizionare il brand nazionale nel campo della moda, delle nuove tecnologie, dell’agroalimentare ma anche nell’ambito culturale e del turismo e possano contrastare efficacemente la concorrenza straniera.
Questi i cardini sui quali poggia il nuovo liceo del Made in Italy così come è stato delineato nel disegno di legge “Delega al Governo per l’istituzione del liceo del Made in Italy” depositato il 25 gennaio scorso e che porta la prima firma della senatrice di Fdi Carmela Bucalo. “L’obiettivo – spiega Bucalo – è creare figure specialistiche che permettano di avere un patrimonio culturale sia in campo giuridico che tecnico per avere professionisti altamente specializzati. Quello attuale è un mercato sempre più in evoluzione, risentiamo dell’agguerrita concorrenza della Cina e dobbiamo salvaguardare le piccole imprese e tutelare i prodotti del Made in Italy”.
Al termine di questo liceo, lo studente potrà iscriversi all’università – Economia, Marketing, Legge sarebbero le facoltà più indicate per approfondire il corso di studi – o proseguire la specializzazione con gli Its, gli Istituti tecnici superiori. “Abbiamo percorsi di studio molto lunghi e il mondo del lavoro richiede invece una formazione che si adatti velocemente ai cambiamenti che richiede il mercato”, spiega ancora Bucalo, che pensa anche ad una riforma degli Istituti agrari “sempre per tutelare i nostri prodotti”.
Quanto agli Its “sono la più proficua opportunità ma ancora non hanno attecchito, bisogna puntare sull’orientamento per far conoscere ai nostri studenti tutte le opportunità che ci sono”. Per il varo del nuovo liceo del Made in Italy Bucalo spera se ne possa parlare già dall’anno scolastico 2024-2025. “Mi auguro che con un lavoro sinergico con il Governo si possa in poco tempo offrire questa importante novità densa di prospettive ai nostri studenti e alle loro famiglie”.
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