//Un grande obiettivo: l’Italia deve ripartire

Un grande obiettivo: l’Italia deve ripartire

di | 2020-03-08T06:41:29+01:00 8-3-2020 6:42|Punto e Virgola|0 Commenti

Adesso l’emergenza dovuta al coronavirus è totale, estesa all’intera Italia. Non era stato previsto, anzi vien da dire che l’evento in qualche maniera era stato sottovalutato. Altrimenti non si spiegherebbe come mai provvedimenti così drastici (come la chiusura generalizzata delle scuole e dei tribunali e la sospensione di ogni manifestazione sportiva) e altri ancor più pesanti per una intera regione e per altre 11 province siano stati adottati con così tanto ritardo. Bisognava pensarci per tempo, invece di diffondere messaggi tranquillizzanti o di limitare i provvedimenti più severi soltanto ad alcune zone del Nord. Adesso invece ci troviamo tutti a fare i conti con una sorta di coprifuoco che ricorda periodi storici che molti di noi hanno sentito soltanto raccontare dai loro genitori o dai nonni.

Purtuttavia, non è il caso di allarmarsi ulteriormente: seguiamo tutti le regole (per quanto pesanti possano essere) che sono state emanate, sperando che bastino e che il periodo scelto sia sufficiente a contenere la diffusione del virus. Perché le decisioni adottate hanno principalmente la funzione di limitare il più possibile i contagi in quanto un aumento esponenziale del numero degli infettati esporrebbe l’intera sistema sanitario nazionale al rischio di implosione. Insomma, in parole povere, con troppi contagiati gli ospedali non sarebbero in grado di curare tutti. Il rischio di mortalità resta comunque abbastanza basso: circa il 3% di chi contrae il Covid 19 rischia di morire a fronte dello 0,1% di decessi dovuti alla normale influenza stagionale. Tanto per rimanere in tema di numeri, lo scorso anno si contarono in Italia circa 8000  vittime per cause indotte dall’influenza. In Cina, l’altro giorno si sono registrati per la prima volta zero morti in un giorno nella regione del Wubei: questo semplicemente vuol dire che finalmente lì sono riusciti a isolare e bloccare il coronavirus. In Italia ci dobbiamo ancora arrivare.

Va detto con altrettanta chiarezza che oggi il nostro Paese è in ginocchio. Il turismo è crollato e molti altri settori vitali per l’economia nazionale sono al collasso. Ci vorrà tempo per riprendersi e risalire. E ci vorranno misure forti per sostenere tanti comparti in difficoltà. L’Europa dei burocrati (categoria che chi scrive ha in particolare antipatia) si metta in testa che non è proprio il caso di fissarsi (come spesso è accaduto in passato) sullo “zerovirgola” in più o in meno di sforamento del deficit. Non è proprio tempo di decimali. Anzi, se davvero ha ancora senso parlare di unità continentale, sarebbe il caso che Bruxelles scenda in campo con un pacchetto di aiuti concreti e mirati per tutti quei Paesi (a partire dall’Italia) che stanno combattendo la battaglia contro il coronavirus.

In questi momenti, gli italiani devono dimostrare di non essere soltanto un popolo di poeti, santi e navigatori, ma di essere gente seria che, al momento del bisogno e della necessità, mette da parte polemiche e ripicche e lavora per un unico grande obiettivo. Come avvenne negli anni Cinquanta e Sessanta quando il miracolo economico permise di curare le profonde ferite provocate dalla Seconda guerra mondiale. Ecco, il momento è questo: rimbocchiamoci tutti le maniche e lavoriamo tutti per questo grande obiettivo.

Buona domenica.

 

 

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi