//Ucraina, grido d’aiuto dal rifugio per animali

Ucraina, grido d’aiuto dal rifugio per animali

di | 2022-03-26T18:55:56+01:00 27-3-2022 7:05|Top Blogger|0 Commenti

Andrea Cisternino è un italiano che insieme ad altri quattro collaboratori ucraini gestisce un centro per la protezione degli animali abbandonati a pochi chilometri da Kiev, la capitale dell’Ucraina al centro del conflitto con la Russia. Il rifugio, denominato Rifugio Italia Kj2, si trova schiacciato, preso tra due fuochi e in pratica già dall’inizio dei combattimenti è senza acqua potabile, medicinali, cibo, elettricità e senza collegamenti telefonici. Oltre ai volontari che operano sul posto, rischiano la vita oltre 400 animali. “Ci sono da sfamare e curare cani, gatti, pecore, cavalli, mucche” afferma Vlada Shalutko, la moglie di Cisternino traferitasi in Italia appena iniziati gli scontri tra russi e ucraini. “Mio marito – aggiunge – aveva fatto delle scorte prima dell’inizio della guerra, ma ora sono finite”.

Il rifugio Kj2 a Kiev

Al Kj2 non c’è più acqua, resta solo quella non potabile di un pozzo lì vicino. Le scorte di cibo sono terminate da giorni. Manca anche l’elettricità, se non quella fornita da un piccolo generatore, alimentato a gasolio ormai praticamente esaurito. È l’allarme lanciato dalla donna.
Le operazioni di soccorso sono assai complicate. La struttura gestita da Andrea Cisternino e dai suoi quattro collaboratori si trova a nord di Kiev proprio sulla direttrice delle forze armate russe. La possibilità di fare giungere viveri nella zona del rifugio per animali è legata ad una sospensione dei combattimenti da parte dei belligeranti. Cosa che al momento appare difficile. Una situazione drammatica che senza aiuti e considerato il proseguire degli scontri potrebbe degenerare mettendo a rischio la vita degli animali e degli stessi operatori del rifugio.
Il Ministero degli Esteri italiano ha preso contatti con le autorità locali ucraine per facilitare l’arrivo in loco di cibo e medicinali veterinari e in collaborazione con l’Enpa, l’Ente nazionale per la protezione animali, e la Lav (Lega anti vivisezione) ha già organizzato una spedizione pronta a partire da Verona destinazione Kiev.
“La situazione è tragica – racconta Vlada Shalutko – ci stiamo attivando per far arrivare sul posto la Croce Rossa ma serve l’accordo con i russi”. Il rifugio Kj2 si trova a 45 minuti dalla capitale, nei pressi del villaggio di Lisovychi, ormai quasi disabitato ed è diventato un riferimento come riparo per gli animali della gente che scappa.
Prima della guerra Cisternino raccontava sui social la vita nella sua fattoria, con immagini e video di caprette saltellanti, cani raccolti per strada e curati, mucche al pascolo. Poi ha scritto alcuni post sulle notti insonni per i bombardamenti e i colpi di artiglieria ma da qualche giorno le comunicazioni si sono praticamente interrotte.

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