PALERMO – I dati recenti forniti dall’Istituto superiore della Sanità, che confrontano la situazione esistente all’inizio degli anni 2000 con quella del 2021, parlano chiaro e danno una buona notizia: si muore di meno per i tumori al seno e al colon retto, i due tipi di tumore che, se sommati, rappresentano il 40% delle neoplasie diagnosticate nel nostro paese. Ma se si va a controllare i dati relativamente alla loro distribuzione regionale, si nota che la riduzione della mortalità per il tumore al seno e per quello al colon è aumentata molto di più nelle regioni italiane del nord e del centro rispetto al sud e alla Sicilia.
Ecco infatti i numeri relativi alla riduzione di mortalità per tumore alla mammella (confronto tra dati del 2001 e dati del 2021): Nord -21,5%; Centro -14,5%; Sud -5,9%, Sicilia -9,5%. Media nazionale -15,8%. E, di seguito, quelli della riduzione della mortalità per tumore al colon retto negli uomini (questi ultimi numeri sono relativi al confronto tra il 2005 e il 2021): Nord – 33,3%; Centro -14,5%; Sud -5,9%; Sicilia – 4,5%. Media nazionale -24,7%.
Come si evince dai numeri, la riduzione di mortalità per tumore al seno al Sud è solo un terzo rispetto alla media nazionale, anche se la Sicilia fa un po’ meglio rispetto alle regioni consorelle; mentre riguardo alla mortalità maschile per tumore al colon retto le cifre sono ancora più sconfortanti: al Sud solo una riduzione del 5,9% di fronte alla media nazionale che si attesta attorno al 25%.
Secondo gli esperti della Sanità, il perché di queste evidenti diseguaglianze va cercato nella diversa cultura e prassi della prevenzione e nel minore impegno delle strutture sanitarie al Sud per la prevenzione. Infatti i dati negativi relativi alla Sicilia e, in generale, alle regioni meridionali, si correlano a un minor numero di screening effettuati rispetto al Centro-Nord del paese.
Ecco infatti i numeri relativi agli screening attualmente organizzati dalla Sanità pubblica contro il tumore al seno, che vede coinvolta la fascia di donne tra i 50 e i 69 anni: i dati oscillano tra l’11% in Calabria e il 77% in Umbria (e in questa regione andrebbe sommato anche un 9% di screening spontanei). In Sicilia lo screening per il tumore al seno, nella fascia d’età considerata, è al 52%: una siciliana su due si preoccupa di fare periodicamente la corretta prevenzione. In Italia il dato complessivo è del 50%.
In alcune regioni meridionali (ad esempio la Calabria) va ancora peggio per la copertura dello screening del tumore al colon retto (organizzato per la fascia d’età di maschi e femmine tra i 50 e i 69 anni): in Sicilia pratica quest’importante test solo il 29% della popolazione, in Calabria addirittura solo l’8%, a fronte del 67% degli abitanti del Friuli-Venezia Giulia; mentre il dato dello screening tra gli italiani si attesta intorno al 37%.
Infine, secondo lo studio del Servizio superiore della Sanità, dove si fanno meno screening è anche più alto il numero di pazienti ammalati che si spostano per curarsi altrove, con le difficoltà e le spese aggiuntive connesse.
É necessario e urgente quindi che in Sicilia e in tutto il Sud Italia aumenti la prevenzione. Mai come in quest’ambito è assolutamente fondato il proverbio che afferma: “Prevenire è meglio che curare”…
Maria D’Asaro
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