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Torna a Mentana la lastra che ringrazia l’imperatore Adriano

di | 2022-05-06T13:19:24+02:00 8-5-2022 6:20|Cultura, Sezione 5|0 Commenti

MENTANA (Roma) – E’ tornata a Mentana, dopo alterne vicende, l’epigrafe che Nomentum (antico nome della città), aveva dedicato all’imperatore Adriano in quanto “aedium sacrarum restitutori”, restauratore di un edificio nel suo territorio. Nomentum a quei tempi, 136 d.C., era un municipium romano, ossia una città libera con propri magistrati e un dittatore, tradizioni e usi locali, dove l’aristocrazia romana amava trascorrere le vacanze. Oggi quel municipium è Mentana, un Comune che conta più di 23 mila residenti, il cui celebre passato archeologico è sempre stato raccontato ma anche un po’ relegato alla leggenda. Non a caso Mentana è ancora oggi indicata come “Città Garibaldina”, con un riferimento a fatti storici più recenti, legati all’Eroe dei due Mondi e al Risorgimento. Invece il suo sottosuolo racconta molto di più.

Marco Benedetti, sindaco di Mentana

Nel tempo, infatti, i ritrovamenti di numerosissimi resti di “domus” – mosaici, suppellettili, cisterne e anche gioielli – su tutto il territorio comunale hanno testimoniato una sua fase classica ma purtroppo i saccheggi di tombaroli e mercanti d’arte, come anche di privati, hanno per anni depauperato buona parte di questo patrimonio di cui si è sempre parlato ma di cui si è sempre visto poco e niente. La stele, però, che sabato scorso è stata mostrata al pubblico dal sindaco Marco Benedetti nel Museo Archeologico recentemente inaugurato (MuCaM), chiarisce meglio i termini della storia e colloca a buon diritto la città in una fase aurea dell’impero romano: il secolo d’oro, ossia il secondo dalla nascita di Cristo. Fu, quella, un’epoca contraddistinta da una generazione di regnanti d’eccezione perché la loro successione al trono non fu ereditaria ma per “adozione” ossia per nomina diretta trattandosi di uomini di grandi qualità e per questo ritenuti capaci di gestire un impero.

L’assessore Barbara Bravi

Publio Elio Traiano Adriano, che regnò dal 117 al 138 dopo essere stato adottato da Traiano, fu uno di questi. Non solo diffuse bellezza e fascino su tutto il territorio assoggettato a Roma ma seppe governare in modo equo, riformando l’amministrazione ed eliminando quelle leggi che offendevano l’uomo nella sua integrità, per esempio dando una spinta decisiva verso l’abolizione della schiavitù e vietando la persecuzione dei Cristiani. Di lui tutto il mondo conosce la stupenda Villa di Tivoli dove l’imperatore profuse il suo gusto estetico e le cui splendide vestigia dopo più di duemila anni attraggono un flusso continuo di turisti dalle più disparate provenienze. Oggi in relazione a lui e alla sua raffinatezza, alla sua curiosità, Mentana ha una nuova storia da raccontare.

C’è la conferma, esposta al Museo archeologico, che Adriano le dedicò la sua attenzione e la sua cura come fece per tutte le città di punta e i monumenti dell’immenso territorio che governava. E così anche il municipium dove i patrizi andavano a villeggiare fu destinatario dei suoi progetti di recupero e valorizzazione della cultura e delle tradizioni, cifra distintiva dell’imperatore. Il suo ritratto di uomo colto affiora anche in quel poco che si può leggere sugli 11 frammenti della lastra marmorea che la “Res pubblica Nomentanorum” gli dedicò. Ciò avvenne dopo il restauro di un tempio in località “Romitorio” (oggi Casali), dove è stato localizzato l’insediamento di Nomentum e dove il reperto fu ritrovato la prima volta nel 1949 per poi scomparire e riapparire diverse volte.

A destra, Sara Paoli con l’epigrafe ritrovata a Villa Adriana

Oggi la lastra, esposta in una teca del Museo, dà tutte le informazioni: oltre all’eccezionale destinatario alla sua ventesima potestà tribunizia (136 d.C.), essa qualifica Nomentum come Res publica (un Municipium, appunto), ma soprattutto dice che il tempio restaurato era dedicato ad una antichissima divinità laziale: la Bona Dea. Il suo culto era prettamente femminile e per questo vietato agli uomini, veniva praticato dalla moglie di un magistrato in una domus privata e vi potevano accedere solo matrone e ancelle. L’attenzione a questo culto da parte di Adriano, che restaurò templi analoghi anche a Roma, Aquileia, Trieste e ovunque nell’impero, testimonia e conferma la sua venerazione verso questa divinità portatrice di vita e salute, oltre il suo interesse per le origini dell’Urbs, per la storia, per la cultura ma soprattutto conferma il ruolo centrale di Nomentum – Mentana – in età imperiale.

Il ritorno dell’interessante reperto nel suo luogo d’origine, oggi visitabile nel Museo di piazza Garibaldi diretto dalla dottoressa Sara Paoli che ne ha curato il restauro e disposto la collocazione, è avvenuto dopo la sua scomparsa e diverse misteriose riapparizioni. Solo grazie alla caparbietà dell’assessora alla Cultura Barbara Bravi oggi esso può essere ammirato. Bravi ha lavorato al suo recupero sin dal 2019, quando fu ratificata la delibera di giunta per attivarne la ricerca perché di esso non si sapeva più nulla dal 2002 quando fu rimosso dall’ufficio dell’allora sindaco dove stava dal 1997. Da quel momento in poi, dunque, nessuna notizia fino a quando, grazie alle ricerche attivate dall’assessora, i Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale coordinati dal luogotenente Michele Speranza l’hanno localizzato nei depositi di Villa Adriana.

Da febbraio il bellissimo reperto è tornato a Mentana. Esso testimonia l’illustre passato di un territorio dove, nonostante le ingiurie del tempo e dell’uomo, il passaggio di individui di spessore e personalità non può essere cancellato e il presente diventa sintesi e risultato di una grande storia.

Gloria Zarletti

MuCaM, piazza Garibaldi, Mentana.

Direttrice: Sara Paoli

Telefono 0690960407

Sito web : www.mucam.it/

 

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