ROMA – La stagione influenzale in Italia sta entrando nel vivo, e quest’anno, secondo gli esperti, potrebbe essere più intensa rispetto agli scorsi anni. La causa? Il sottotipo H3N2 del ceppo A, noto come “influenza australiana”, che si sta distinguendo per una maggiore aggressività rispetto ai sottotipi prevalenti nelle precedenti stagioni e che potrebbe diventare il ceppo dominante nelle prossime settimane. Questo virus sembra associarsi a un decorso più severo e potrebbe aumentare i casi di complicazioni neurologiche. Lombardia, Piemonte, Lazio e Liguria sono tra le regioni che hanno già segnalato i primi casi di H3N2 in Italia.
La vaccinazione è la principale arma per proteggersi dalle forme più gravi di influenza. Il nuovo vaccino stagionale include infatti anche il ceppo H3N2. “La circolazione virale dei virus influenzali è ancora bassa in Italia, quindi è difficile prevedere i ceppi che circoleranno – spiega Antonio Bella ricercatore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità e responsabile della Sorveglianza epidemiologica InfluNet -. Ma, se ci rifacciamo all’emisfero sud in cui è terminata ora la stagione influenzale, ci si aspetta una circolazione dei virus di tipo A con predominanza di AH3N2”.
“Abbiamo già visto nell’altro emisfero, dove l’inverno arriva prima del nostro, che l’Australiana è una malattia molto seria con molti casi, più di 15 milioni e con molte ospedalizzazioni, quindi su questo dato evidentemente dobbiamo temere che anche in Italia ci sarà una forma influenzale particolarmente grave”, aggiunge Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali.
Il virus H3N2, come altri sottotipi influenzali, può causare gravi complicanze, soprattutto nelle persone anziane e nei pazienti con condizioni di salute preesistenti. I sintomi principali restano quelli classici dell’influenza: febbre alta tra 38 e 40 gradi, brividi, mal di testa, dolori muscolari e articolari, sonnolenza, stanchezza e sudorazione. Possono inoltre comparire sintomi come naso che cola, congestione nasale, mal di gola, tosse secca e perdita di appetito. In alcuni casi, il quadro clinico può peggiorare con manifestazioni neurologiche, quali mal di testa intenso, vertigini, e, in situazioni estreme, encefaliti e convulsioni. Negli scorsi giorni, il professor Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha segnalato su X il primo caso a Genova di influenza australiana, un uomo di 76 anni ricoverato “con un quadro clinico impegnativo e sintomi importanti”. Questo paziente, oltre a mostrare sintomi influenzali classici, ha manifestato difficoltà cognitive, come l’incapacità di riconoscere persone a lui familiari.
Lascia un commento