L’Italia, con 270 milioni di tonnellate di cibo gettato ogni anno nel cassonetto dell’immondizia, è il peggior Stato europeo per lo spreco alimentare. Questo è quanto emerge dall’analisi del JRC, Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, che ha monitorato e controllato lo spreco alimentare lungo tutta la filiera dei prodotti alimentari in Europa. Fare una spesa sostenibile, o spesa consapevole, riduce le emissioni di CO2 prodotte dalla fabbricazione e dal trasporto degli alimenti, riduce lo spreco alimentare, migliora il nostro stile di vita e promuove le scelte politiche dei Governi volte a ridurre l’impatto ambientale lungo tutta la filiera. Purtroppo, nonostante un miglioramento degli ultimi anni, la maggior parte degli italiani non ha ancora raggiunto il giusto livello di consapevolezza riguardo all’importanza che ne consegue a livello ambientale, economico e sociale.
Va anche detto che a livello mondiale si stima che il 17% di quanto prodotto finisce nella spazzatura con gravi conseguenze economiche e ambientali. Ma nonostante la panoramica negativa emersa dai dati del JRC e della Coldiretti, in Italia sono molte le aziende che si stanno impegnando sul fronte green. Secondo i dati dall’undicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, sugli scaffali dei supermercati e ipermercati sono presenti più di 32 mila prodotti che presentano in etichetta un’indicazione volontaria relativa alla sostenibilità ambientale. Il giro d’affari complessivo è di circa 12,5 miliardi di euro e le previsioni riguardanti il prossimo futuro prevedono una crescita costante, insieme all’aumento della consapevolezza dei consumatori.
Ma come facciamo, noi consumatori, a riconoscere i veri prodotti green? Gli esperti di settore ci danno 5 facili consigli per evitare di acquistare prodotti di aziende che comunicano la sostenibilità senza applicarla: 1) Comprare frutta e verdura di stagione preferibilmente di provenienza locale al fine di diminuire l’inquinamento legato al trasporto delle merci; 2) Leggere le etichette per scoprire la provenienza dei prodotti e capire se sono in possesso di certificazioni che ne attestano la sostenibilità; 3) Limitare l’acquisto di cibi che provengono da luoghi molto lontani che spesso sono causa di produzioni intensive che hanno conseguenze sull’ambiente; 4) Limitare l’acquisto di carne, gli allevamenti sono uno dei principali fattori di inquinamento atmosferico; 5) Utilizzare contenitori monouso biodegradabili e compostabili, da preferire a quelli in plastica che impiegano più di 500 anni per decomporsi naturalmente.
Il primo suggerimento resta comunque quello di non fermarsi alla prima impressione, soprattutto se si vuole fare una spesa sostenibile. Infatti non tutti gli alimenti o prodotti sono veramente green anche se la confezione e le informazioni messe in evidenza dalle aziende vogliono farci credere il contrario. Fare una spesa sostenibile e consapevole migliorerà il nostro stile di vita, grazie all’acquisto di prodotti stagionali, freschi e naturali. Ridurrà l’inquinamento da biossido di carbonio causato dalla produzione e dal trasporto degli alimenti. Infine, orientando scelte di acquisto la domanda per prodotti sostenibili crescerà, favorendo la transizione verso modelli di economia verde.
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