Gli spermatozoi dell’uomo, in ogni parte del mondo, sono in progressivo ed evidente calo, sia nel numero ma anche nella qualità stessa del seme tanto da ridurne inesorabilmente le possibilità di procreazione. E, secondo gli scienziati che da anni studiano il fenomeno, questa potrebbe essere la più probabile causa dell’estinzione del genere umano.
L’ennesimo grido d’allarme stavolta arriva dalla rivista Human Reproduction Update che riporta i risultati di una metanalisi riferita agli ultimi 46 anni e dalla quale emerge che in tutto il mondo il numero degli spermatozoi umani si è ridotto di oltre il 50%. La ricerca condotta dall’Università Ebraica di Gerusalemme in collaborazione con la Icahn School of Medicine Mount Sinai di New York, mostra chiaramente che la progressiva riduzione degli spermatozoi è iniziata circa cinquant’anni fa e dal 2001 ha addirittura accelerato il suo decadimento.
Per l’analisi gli studiosi hanno preso in considerazione i dati provenienti da 53 Paesi sparsi in tutto il pianeta che erano sotto osservazione da decenni. Il periodo di riferimento dell’ultimo aggiornamento è di 7 anni, dal 2011 al 2018. I ricercatori hanno puntato l’attenzione sulle tendenze relative al numero e alla concentrazione di spermatozoi tra gli uomini. Negli anni precedenti dalle analisi su campioni raccolti tra il 1973 e il 2011 era emersa una evidente e continua riduzione della concentrazione di spermatozoi (SC) e del numero totale di spermatozoi (TSC) in Nord America, Europa e Australia. Gli ultimi studi, invece, estendono il periodo e ampliano il numero di stime, includendo altri 7 anni di raccolta di campioni, aggiungendo 44 stime alle 244 incluse nell’analisi precedente.
E questi ultimi dati mostrano, oggi più che mai, un significativo e preoccupante calo del numero totale di spermatozoi e della loro concentrazione, in particolare in Sud America, Asia e Africa, zone della Terra che negli ultimi due decenni hanno registrato tassi di sfruttamento e inquinamento ambientale assai rilevanti.
C’è di più, oltre alla riduzione del numero degli spermatozoi è stato riscontrato anche un restringimento del pene.
Quali sono le cause? Le sostanze chimiche che si trovano dappertutto: dai contenitori di plastica agli involucri degli alimenti, dagli indumenti ai profumi, ai prodotti per la pulizia, ai saponi e agli shampoo, all’elettronica. Ai famigerati PFAS, conosciuti anche come “forever chemicals” perché non si degradano nell’ambiente o nel corpo umano.
Poi ci sono i fattori dello stile di vita individuale come il tabacco, la vita sedentaria, l’obesità, l’alcol e gli alimenti ultratrasformati. E i fattori ambientali: inquinamento atmosferico, interferenti endocrini come i ftalati e il bisfenolo A, certi tipi di farmaci, i pesticidi e i metalli pesanti. Le ultime ricerche fanno anche riferimento alle alterazioni nello sviluppo del tratto riproduttivo durante la vita fetale in relazione alla compromissione della fertilità e ad altri indicatori di disfunzione riproduttiva provocati da un cattivo stile di vita e alle sostanze chimiche disperse nell’ambiente.
Uno studio dell’Università cinese di Hong Kong evidenzia come lo stile di vita moderna sia stata la causa del calo degli spermatozoi nei paesi occidentali in soli 40 anni e suggerisce che un numero significativo di coppie potrebbe soffrire di infertilità risultante dall’inquinamento atmosferico.
Secondo le ricerche degli scienziati effettuate in ogni angolo del mondo il numero di spermatozoi degli uomini potrebbe raggiungere lo zero entro il 2045. Zero! Il che significherebbe niente bambini. Nessuna riproduzione.
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