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Il sogno di un’Europa unita ed in pace

di | 2024-05-30T13:27:08+02:00 2-6-2024 5:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

MILANO – Le elezioni europee per il rinnovo del Parlamento si svolgeranno in tutti i 27 Stati dell’Unione Europea tra giovedì 6 e domenica 9 giugno; 76 dei 720 deputati totali saranno eletti in Italia nei giorni 8 e 9. Il partito che – secondo i sondaggi – sembra destinato a raccogliere grandi consensi è quello dell’astensione, del non-voto, del mancato esercizio di un dovere civico. Le motivazioni vanno ricercate, tra le tante, nella pochezza generalizzata di una politica volta più a procacciarsi voti, perorando tematiche propagandistiche che si rivolgono alla cosiddetta “pancia” degli elettori e non a formulare programmi seri, lungimiranti ed inerenti a problematiche reali e talvolta gravi che pesano sulle comunità. A ciò si aggiunga il modesto spessore di troppi candidati, presenti in maniera trasversale in tutte le liste, spesso espressione di un sottobosco fatto di corruzione e meschini giochi di potere; ma, nonostante ed al di là di questo, esprimere liberamente la propria scelta è quanto mai importante.

D’altra parte, sono sicuramente non prive di fondamento le critiche rivolte, soprattutto nel passato, alle decisioni assunte dall’Unione Europea guidate essenzialmente da una logica economica e, si diceva allora, volte essenzialmente alla libera circolazione delle merci più che alla tutela dei diritti, sottolineando quanto le scelte fossero condizionate dai paesi più forti al suo interno. Attualmente è innegabile che nell’indirizzo politico-operativo della Ue sia in atto un cambiamento che privilegia aspetti quali la sostenibilità, la tutela dei diritti, la giustizia, l’ambiente, pur permanendo l’opposizione e l’ostruzionismo populistico di alcuni paesi membri. In questa nuova prospettiva di sostegno fra Stati, non si possono ignorare i 69 miliardi a fondo perduto assegnati all’Italia, in quanto paese che aveva sofferto una recessione più grave, rispetto agli altri, a causa dell’epidemia da Covid. Parimenti occorre ricordare l’enorme cifra di 220 miliardi del PNRR (acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che il Governo ha predisposto per accedere ai fondi del programma Next generation EU /NGEU e con cui si è impegnato ad utilizzare il finanziamento ricevuto, investendo in progetti organici ed innovativi entro il 2026.

Giuseppe Mazzini

Non è possibile stabilire esattamente da quando il vecchio continente abbia adottato il nome di Europa, miticamente si collega al rapimento della giovane ninfa omonima da parte di Zeus, che aveva assunto le sembianze di un toro, ma più propriamente il termine Europa deriverebbe dal semitico “ereb/occidente”, già introdotto dai Fenici, che indicava tutti i paesi sino allo stretto di Gibilterra. Storicamente, dopo il secondo conflitto mondiale, si decise di avviare il processo di ricostruzione e cooperazione di quei paesi “occidentali”, anche se il sogno dell’unione europea ha radici ben più lontane ed è presente nel pensiero di tanti intellettuali italiani. Nel periodo risorgimentale, quando in specifico era più urgente l’istanza della formazione di stati nazionali, Giuseppe Mazzini fondò la Giovine Europa (1834) ed auspicò “un’associazione di tutte le patrie”, ancora nel suo programma federalista Carlo Cattaneo (1801-1869) scriveva “avremo pace vera, quando avremo gli Stati uniti d’Europa”, per giungere ai fratelli Rosselli, assassinati il 9 giugno del 1937 e, trascorso quasi un novantennio, i cittadini europei sono chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento nello stesso giorno.

I fratelli Carlo e Nello Rosselli

Carlo e Nello Rosselli caddero vittime di un feroce agguato teso da un commando di miliziani della destra eversiva francese, la “Cagoule”, anche se i mandanti vanno fatti risalire ai vertici del fascismo italiano. I due fratelli, di formazione liberal-socialista che non voleva annullarsi in nessun totalitarismo e determinismo economico, si opposero al fascismo e condannarono l’esperienza illiberale sovietica. Nella vita operarono scelte diverse, ma fondamentalmente condivisero gli stessi ideali; Carlo fu più presente nell’impegno e nell’opposizione sul campo contro il fascismo, Nello si dedicò maggiormente alla ricerca storica e fu, tra l’altro, uno studioso attento di Mazzini, del cui operato sottolineò sempre il profilo europeo. Fondarono a Parigi nel 1929, con un gruppo di esuli antifascisti, il movimento liberal-socialista “Giustizia e Libertà”; dopo la loro morte ed in riferimento al nome scelto, Calamandrei, scrisse questo epitaffio: “Giustizia e libertà// Per questo morirono, // per questo vivono”.

Sarebbe riduttivo, per quanto giusto, limitarsi a celebrare questi intellettuali, meglio far rivivere la loro speranza in un’Italia giusta, libera in un contesto europeo democratico e di pace. Varrebbe la pena forse più semplicemente allinearsi ad un vecchio proverbio africano che raccomanda: “Se volete andare in fretta, andate soli; ma se volete andare lontano andate insieme”.

Adele Reale

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