ROMA – Tutti aspettiamo “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi, che il 27 novembre alle 18 inaugurerà la stagione 2024-25 del Teatro dell’Opera di Roma. Ma “Aspettando Simon Boccanegra” è anche un ricco e atteso gruppo di iniziative prese dal Teatro, in vista della intricata e sofferta opera verdiana che aprirà la stagione: infatti rispetto alla prima versione di essa, del 1857, e alla seconda (quella che vedremo) del 1881, intercorrono circa 25 anni e Verdi era alquanto cambiato.
Sono dunque tre i momenti previsti dall’iniziativa suddetta al Teatro Costanzi: il primo (16 novembre) alle 18, in Sala Grigia, è stato dedicato alla sempre apprezzabile introduzione del valente musicologo Giovanni Bietti, mentre il secondo (il 22 alle 17,30), sarà dedicato alla presentazione dell’opera “Simon Boccanegra” da parte del direttore musicale del Teatro Michele Mariotti, e a quella della rivista ufficiale dell’istituto, “Calibano” ormai al quinto numero, diretta dall’attivissimo Paolo Cairoli che – insieme con la docente della Luiss Donata Columbro e col musicologo Guglielmo Danieli – metteranno in luce quanto i Teatri d’Opera sinora, compreso “Simon Boccanegra”, hanno dato all’inestinguibile tema del potere.
Infine il 23 alle 20 e il 24 alle 18, nel Teatro Nazionale di via del Viminale, andrà in scena “Il sogno di Simon Boccanegra”, scritto e diretto da Dario D’Ambrosio e prodotto dal suo Teatro Patologico, che col Teatro dell’Opera, l’Università di Tor Vergata e la Fondazione Angelini, condivideranno la finalità della rielaborazione del “Simon Boccanegra”, da parte del direttore D’Ambrosio e dei giovani interpreti del Teatro Patologico, affinchè vengano reintegrati fra le Arti gli attori con disabilità.
E gli appassionati continueranno ad aspettare il 27 novembre “Simon Boccanegra”, con la direzione musicale di Michele Mariotti, la regìa di Richard Jones, allestimenti scenici di Antony McDonald, mimica di Sarah Kate Fahie, maestro d’armi Renzo Musimeci: baritono protagonista è Luca Salsi, Amelia è interpretata da Eleonora Buratto, Fiesco dal basso Michele Pertusi, Gabriele Adorno da Stefan Pop, il terribile Paolo da Gevorg Hakobyan.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, gli attori della Compagnia stabile del Teatro Patologico (foto Paolo Porto)
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