NAPOLI – Forse già da qualche anno, con la vendita della società rossonera, ci eravamo abituati alla fine di un amore. In qualche modo i tifosi milanisti lo sentivano vicino, del resto Monza anche geograficamente dista solo qualche chilometro da Milano. Con la morte di Silvio Berlusconi si chiude di fatto un’era caratterizzata fondamentalmente da una passione, da una energia, da un amore travolgente fatto di calcio ma anche se non soprattutto di umanità. Tutta la società del Milan ha vissuto questo legame e la scuola Milan continua ancora adesso in una forma stravolgente.
Sicuramente con il suo arrivo al Milan è cambiato il modo di rapportarsi tra i giocatori, lo staff e con le squadre avversarie. Si è inteso dare un equilibrio nel concepire il gioco come fatto rilevante rispetto a quello economico. Berlusconi ha fatto scuola, ha dato simpatia e mentalità vincente alla squadra senza mai trascendere in episodi di violenza. Bisogna ammetterlo: i tanti tifosi ma soprattutto i grandi avversari del Milan hanno riconosciuto sempre una lealtà sportiva difficilmente riscontrabile in altre società. Il legame di amicizia che fino all’ultimo il presidente ha mantenuto con i vari Agnelli, De Laurentiis, Cairo, Perez, con i presidenti delle più grandi società, ha determinato anche un clima di grande rispetto e collaborazione.
La società più vincente di sempre. Una presidenza durata 31 anni, dal 1986 al 2017, condita da 29 trofei: coppe intercontinentali, Champions, campionati. Un potere Milan stratosferico. L’affermazione in campionato anticipò la conquista dell’Europa e del mondo nel biennio seguente da parte di una squadra piena di campioni: da Franco Baresi e Paolo Maldini ai gioielli olandesi Ruud Gullit, Marco Van Basten e Frank Rijkaard. In sequenza arrivarono due coppe dei Campioni nel 1989 e 1990, due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e la Supercoppa italiana nel 1989. Chi ha avuto la fortuna di vivere quegli anni non può non riconoscere un dominio calcistico su qualsiasi campo mondiale.
Aprile 2017: l’atto finale della presidenza Berlusconi che, dopo 31 anni, vende l’A.C. Milan all’imprenditore cinese Yonghong Li. L’affare ha portato nelle casse della Fininvest 740 milioni di euro. Il dopo è storia recentissima in cui si sta tentando di riportare il Milan dove è stato per tanto tempo. Resta una storia, una nostalgia, resta con qualche rimpianto il ricordo di un uomo che nonostante i tanti difetti che ciascuno di noi porta addosso, ha comunque trasmesso a tutto il mondo calcistico e imprenditoriale un modo più umano di vivere il grande amore per il pallone.
Innocenzo Calzone
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