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Sicilia a secco: rischio desertificazione

di | 2024-07-17T13:10:49+02:00 21-7-2024 5:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

PALERMO – Restano solo sette anni in Sicilia per fronteggiare, o almeno mitigare, la desertificazione che minaccia parte delle aree interne dell’isola a causa dei sempre più frequenti e prolungati periodi di siccità: lo ha affermato in un’intervista al giornalista Lorenzo Tondo, corrispondente della rivista The Guardian, il professore Christian Mulder, docente di Ecologia ed emergenza climatica presso l’Università di Catania.

Nell’intervista (riportata il 12 luglio scorso da Aurelio Sanguinetti nella newsletter Balarm) il professore Mulder afferma: “Entro il 2030, un terzo del territorio della Sicilia diventerà un deserto, paragonabile alle aride terre dell’Africa settentrionale. L’intera fascia che si affaccia sul Canale di Sicilia è destinata ad una rapida desertificazione. Gli antichi arabi che un tempo abitavano la nostra isola avevano trovato dei modi intelligenti per gestire ed accumulare l’acqua, ma oggi i loro acquedotti o sono andati perduti o non sono stati aggiornati con delle opere di ampliamento e recupero. La Sicilia sta ora affrontando le conseguenze concrete di decenni di cattiva gestione delle risorse idriche e le possibilità che la situazione migliori sono ridotte”.

Il professore Christian Mulder

Circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale e rischia la desertificazione. Purtroppo, una delle avvisaglie della prevista e temuta desertificazione è la già avvenuta scomparsa del lago di Pergusa, il più importante della Sicilia, a pochi km da Enna.

Oggi, a causa della siccità, il lago è quasi del tutto asciutto. “La sua scomparsa, di certo imputabile alla gravissima crisi climatica che attanaglia la Sicilia, è stata però velocizzata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo”, afferma Legambiente Sicilia.

“Avevamo predetto che entro luglio il lago Pergusa sarebbe sparito, ma la scomparsa è giunta addirittura prima, con il solstizio d’estate – ha dichiarato Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia – Abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale, fondamentale per aggiornare le conoscenze sullo stato del lago, e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua verso lo stesso. Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti, tanto che sul fondo dei canali si osservano ancora accumuli di materiale solido che interrompono la discesa dei liquidi verso il lago”.

Il tasso di piovosità in Sicilia

“Se il tavolo fosse rimasto attivo – continua – oggi avremmo almeno i dati della condizione in cui versa la falda, avremmo finalmente stabilito la vera dimensione del bacino sotterraneo, avremmo compreso se e come, in un futuro non troppo lontano, acque extra bacino avrebbero potuto essere introdotte. Invece la Regione non ha compreso l’importanza di questo prezioso patrimonio di biodiversità e cultura e così stanno condannando il Lago di Pergusa ed il suo vasto comprensorio a una lenta agonia”.

Intanto, piante e animali presenti nelle attività agricole dell’entroterra siciliano soffrono la sete e rischiano di morire con l’innalzarsi delle temperature estive. È ormai compromessa la raccolta di arance nel prossimo autunno: nel catanese molti agricoltori hanno dovuto tagliare gli alberi moribondi; dimezzata anche la produzione delle mandorle. Inoltre, si è già perso il 70% circa del grano e si temono disastri nella vendemmia e la raccolta delle olive.

La desertificazione nelle aree del Mediterraneo

Proprio per studiare e proporre soluzioni al problema della siccità, si è tenuto l’11 e il 12 luglio scorso, presso Il Dipartimento Scienze Agrarie (SAAF) dell’Università degli Studi di Palermo, Ispamed 2024: la Conferenza Internazionale sulla siccità e l’emergenza idrica dei paesi del bacino del Mediterraneo. Il tema centrale è stato la crisi idrica dei paesi del Mediterraneo e di alcune zone in particolare, come la siciliana. Durante la conferenza, scienziati, studiosi ed esperti di fama internazionale hanno presentato e proposto studi e soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche.

Si spera ora che la politica, locale e nazionale, ascolti i pareri degli esperti e faccia la sua parte, con una legislazione opportuna e con risorse adeguate.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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