Il mondo è abitato da 8 miliardi di persone. Secondo le stime dell’Onu, basate sull’analisi The World Popultion Prospects 2022 e curate dal Dipartimento degli Affari Sociali ed Economici, tale cifra sarà toccata esattamente il 15 novembre, cioè tra due giorni. Si tratta della vetta più alta di sempre, un miliardo in più rispetto al 2010, cinque e mezzo in più che nel 1950. Il che significa semplicemente che in 70 anni la popolazione mondiale si è quasi triplicata. Un ritmo elevatissimo che ha un’altra caratteristica essenziale: la crescita è tutt’altro che uniforme.
In generale, il boom demografico si registra soprattutto in Asia e Africa, mentre Europa, America e Oceania crescono pochissimo, anzi senza l’apporto di immigrati di varia estrazione, farebbero registrare soprattutto decrementi. Di fatto, le stime delle Nazioni Unite fotografano una redistribuzione che cambia il peso demografico di macroregioni e continenti. Il rpporto registra una forte tendenza che parte dall’Europa centrale e si dirige verso Est: un’onda che attraversa la Russia e i territori dell’ex Unione Sovietica per arrivare in Cina e Giappone. Gli studiosi la definiscono “fascia del tramonto”.
Dal 2023, per la prima volta nella storia, l’India diventerà il Paese più popolato al mondo, superando la Cina che comincerà una discesa irreversibile: gli indiani sono oggi 1 miliardo 412 milioni, mentre i cinesi sono 1 miliardo 426 milioni. Un dato fondamentale perché proietta l’India (che – va detto – non ha le stesse ingenti risorse naturali dei vicini con gli occhi a mandorla) sul palcoscenico delle potenze mondiali in virtù di una eccezionale potenza tecnologica. A proposito, già oggi in Gran Bretagna 1 residente su 6 è un immigrato, quindi circa 10 milioni di cittadini. Oltre il 40% degli immigrati è arrivato negli ultimi dieci anni e in testa ci sono proprio gli indiani. E il nuovo governo di Rishi Sunak (anche lui di origini indiane: i nonni erano nati nel Punjab ed erano emigrati con i loro figli dall’Africa orientale nel Regno Unito negli anni 60) è sotto pressione: secondo un sondaggio, quasi il 60% dell’opinione pubblica ritiene che le autorità abbiano perso il controllo dei confini. E ancora: lo studio prevede che l’India, a metà del secolo, raggiungerà una popolazione di 1 miliardo 668 milioni, mentre la Cina dovrebbe scendere a 1 miliardo 317 milioni intorno al 2050.
Con un tasso di fecondità intorno a 3 figli per donna, entro il 2050 l’Africa sub-sahariana dovrebbe raddoppiare la popolazione e coprire da sola oltre metà della crescita mondiale. Ma è un mondo sempre più sviluppato e diseguale: nel 2021 è salito a 828 milioni il numero delle persone che soffrono la fame. Una stima forse generosa, perché probabilmente non tiene conto di quanto la fascia di povertà si stia ampliando anche nei Paesi più industrializzati. Basta ricordarsi degli appelli sempre più pressanti e frequenti che arrivano dalla Caritas, dalla Comunità di Sant’Egidio e da altre organizzazioni umanitarie che in Italia si occupano degli ultimi e degli emarginati: i nuovi “poveri” sono soprattutto italiani.
Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione afferma che il traguardo degli 8 miliardi di residenti rappresenta “una pietra miliare che possiamo celebrare e un’occasione per riflettere”. Appunto, la necessità di approfondire le tematiche ambientali innanzitutto è sentita da (quasi) tutti, ma sono proprio le nazioni più popolose a far poco, se non niente, per combattere l’effetto serra e per limitare l’emissione di veleni d’ogni genere nell’atmosfera. Parliamoci chiaro: Greta in Cina o in Russia non la farebbero nemmeno arrivare… Se, come affermano le previsioni più accreditate, nel 2050 la popolazione mondiale sfiorerà i 10 miliardi (9,687 miliardi per la precisione), siamo proprio sicuri che ci sarà cibo sufficiente per tutti? O piuttosto, con triste realismo, bisogna pensare che le disparità sono destinate ad aumentare ancora?
Un’ultima previsione: si stima che la popolazione italiana nel 2100 scenderà a meno di 40 milioni di abitanti, rispetto ai circa 59 attuali. Auguri a chi ci sarà…
Buona domenica.
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