Quali sono i programmi più visti in tv? Non c’è bisogno di una statistica analitica per rendersi conto che la cucina in tutte le sue sfaccettature è uno degli argomenti più trattati. Basta fare zapping e a tutte le ore del giorno (e anche della notte), si trova qualcuno che smanetta tra pentole e tegami e che propone piatti d’ogni genere. Alcuni dei quali, sia detto per inciso, non sembrano poi particolarmente appetibili, almeno alla vista. Talvolta si tratta di preparazioni laboriose che abbisognano di ingredienti assai particolari e dunque di difficile trasferibilità nella vita quotidiana; ma molto più spesso invece, proprio per venire incontro alle esigenze della maggioranza degli spettatori (semplicità e rapidità devono essere le caratteristiche principali) si mostrano pietanze di facile esecuzione, realizzate con ingredienti semplici e neppure troppo costosi.
Da questo punto di vista, al di là degli aspetti commerciali, l’operazione ha anche una valenza culturale perché ha permesso di (ri)scoprire tanti prodotti tipici, fino a quel confinati in ambiti territoriali abbastanza ristretti, e di valorizzare le nostre infinite risorse enogastronomiche che costituiscono la vera, grande, inesauribile ricchezza del nostro Paese. Un’opera dunque meritoria che merita di essere sottolineata. Ma con i complimenti è meglio fermarsi qui. Insieme alla cultura delle cucina legata ai territori e alla stagionalità dei prodotti (che senso ha mangiare le arance a Ferragosto e le ciliegie a Natale?), sono cresciuti fenomeni massmediatici sui quali vale la pena spendere qualche parola.
Il “simpaticissimo” Cracco (ex giudice di Masterchef Italia), ad esempio, per la cena dello scorso Capodanno decise un ticket di 1500 euro e non si fece vedere per tutta la serata e la nottata: è evidente che aveva sfruttato la popolarità derivante dal programma di Sky per farsi gli affari suoi (e molto bene pure). Certo, bastava non andarci a quella cena, ma lo chef avrebbe mai potuto chiedere 1500 euri a capoccia se non fosse mai apparso sul piccolo schermo? Cannavacciuolo e Barbieri (pure loro Masterchef) sono testimonial di diversi marchi commerciali, mentre l’altra “simpaticissima” Anna Moroni (quella dalla voce calda e sensuale che spopolava in tv con la Clerici) si è data ai libri. E di casi simili ce ne sarebbero tanti altri.
Il problema non è tanto l’utilizzazione della propria immagine (se gli sponsor scelgono così avranno i loro buoni motivi), quanto lo sfruttamento di un qualche talento culinario per diventare ricchi e famosi. In ogni angolo della nostra Italia ci sono cuochi e chef di assoluto valore e capaci di cucinare benissimo, ma nessuno (o quasi) diventa personaggio. Così va il mondo…
Buona domenica (e buon pranzo).
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