Si sono conclusi da pochi giorni i festeggiamenti per la Festa della Repubblica Italiana con la tradizionale parata militare dei Fori Imperiali a Roma. E tra i tanti soldati che hanno sfilato lungo il grande viale della Capitale molti, uomini e donne, quelli che si sono formati nella Scuola Sottufficiali dell’Esercito a Viterbo, istituita ufficialmente nel 1965 quando lo Stato Maggiore dell’Esercito dispose di unificare il ciclo formativo delle varie scuole esistenti in altre città in un’unica Scuola Allievi Sottufficiali con sede a Viterbo, ritenuta ora la casa madre dei Sottufficiali dell’Esercito e fiore all’occhiello dello Stato Maggiore. Attualmente il comando della Scuola Sottufficiali è affidato al generale di Brigata, Gabriele Toscani De Col (nella foto), il quale descrive in modo esplicito le motivazioni che spingono i giovani ad intraprendere il percorso della Scuola Sottufficiali dell’Esercito (SSE).
“I giovani che scelgono di entrare nella Scuola Sottufficiali Esercito -evidenzia il Comandante- sono spinti dal desiderio di impegnarsi al servizio della Nazione quali Comandanti di minori unità, ad esempio un plotone. E’ una scelta maturata per la maggior parte di loro attraverso precedenti esperienze nell’ambito delle Forze Armate (come militari di truppa, graduati o sergenti) e proprio queste esperienze li hanno spinti a rimettersi in gioco per assumersi maggiori responsabilità. Coloro invece che provengono dal mondo dei “civili” cercano nel mestiere delle armi, quali Marescialli Comandanti di plotone, soddisfazioni personali e professionali. Tutti comunque -prosegue – scelgono la SSE perché è un’organizzazione in grado di fornire una formazione di livello universitario solida e moderna ed una preparazione fisica e tecnico professionale in grado di garantire capacità ad operare con adeguate garanzie di successo quali Junior Leader nei moderni scenari operativi, in Italia e all’estero.”
Quali sono le caratteristiche fondamentali che deve possedere chi intende arruolarsi?
“Adeguata preparazione culturale, vigore fisico, spirito di sacrificio, amor di Patria e voglia di impegnarsi per la sicurezza del prossimo.”
Generale De Col, come si svolge la giornata tipo nella scuola?
“I ritmi sono serrati ed iniziano alle prime luci dell’alba. Sveglia alle 06:30, prima colazione, subito dopo attività didattiche, universitarie e non, ed addestrative (lezioni in aula, educazione fisica, addestramenti pratici tecnico professionali), quindi la seconda colazione e prosecuzione delle attività formative fino alle 17:00 circa. Successivamente gli Allievi Marescialli possono essere chiamati a partecipare a conferenze su argomenti attinenti l’iter formativo che stanno seguendo; a svolgere attività pratiche; ad impegnarsi nello studio delle materie insegnate presso la scuole oppure hanno la possibilità di recarsi in libera uscita. Alle 19:00 è previsto il pranzo serale. La giornata ha termine alle 22:30 con il “silenzio”, poi tutti a riposare per poter affrontare con il necessario vigore la successiva giornata di studio e addestramento.”
Il percorso formativo della Scuola Sottufficiali Esercito prevede anche la frequentazione universitaria in collaborazione con l’Università di Viterbo (UNITUS) e con l’Università di Roma Tor Vergata, quali facoltà possono scegliere gli Allievi?
“Gli Allievi Marescialli destinati al Comando di plotone seguono, presso l’Università della Tuscia, il corso di laurea triennale in Scienze Politiche e delle Relazioni internazionali, curriculum Scienze Organizzative e Gestionali. Gli Allievi Marescialli destinati alla Sanità Militare, dopo il primo anno comune ai precedenti colleghi, sono trasferiti alla Scuola di Sanità e Veterinaria dell’Esercito per il conseguimento, presso l’Università di Roma Tor Vergata, della Laurea breve in Scienze Infermieristiche o in specializzazioni attinenti al settore della salute (fisioterapisti, tecnici di laboratorio, ecc.).”
Oltre la didattica universitaria e le tecniche militari, quali sono gli insegnamenti ed i valori che la Scuola trasmette agli Allievi.
“L’emblema della SSE è un fuoco a tre fiamme. Le tre fiamme simboleggiano i tre pilastri su cui si fondano gli insegnamenti che caratterizzano la formazione del Maresciallo dell’Esercito Italiano: la didattica universitaria e le tecniche militari, appunto, unitamente alla cultura della preparazione fisica. I valori sono quelli su cui si regge la nostra Istituzione e che sono richiamati nei nomi dei Corsi Marescialli che si susseguono ogni anno: Esempio; Osare; Onore; Fedeltà; Dovere; Fermezza; Volontà; Impeto; Fierezza; Dignità; Tenacia; Orgoglio; Audacia; Patria; Ardire; Valore; Coraggio; Lealtà; Saldezza; Certezza. Questi valori vengono trasmessi nei corsi di alcune materie più o meno specifiche quali “Etica e regolamenti” e “Storia Militare”. Per entrambe, vengono portati agli Allievi degli esempi di comportamento nei quali è possibile ritrovare il riferimento ai valori di cui ho appena fatto un elenco, certamente non esaustivo.”
Uomini e donne all’interno della stessa caserma, come viene gestita la convivenza?
“La convivenza viene gestita alla luce della normativa in vigore, anche interna all’Amministrazione. Le attività formative vengono svolte in comune, con la separazione degli alloggi e dei servizi igienici annessi. L’attività di controllo, finalizzata alla prevenzione di fenomeni di discriminazione, rientra generalmente nelle normali attribuzioni del personale della linea di comando.”
Completato il Corso e conseguito il grado di Maresciallo avviene l’assegnazione ad una delle varie Armi e Specialità dell’Esercito, come viene effettuata tale scelta e quali le ulteriori possibilità di sviluppo professionale?
“La scelta si basa su tre principali parametri: le esigenze dell’Esercito; le aspirazioni dell’individuo e le capacità acquisite durante il corso o precedentemente ad esso, soprattutto altamente specialistiche. Al termine del Corso, gli Allievi Marescialli sono messi in ordine di merito secondo una graduatoria, naturalmente più si è in alto nella graduatoria e maggiori sono le possibilità che le aspirazioni personali siano soddisfatte. Un Maresciallo ha due percorsi di carriera possibili: il primo rimanendo nella categoria Sottufficiali è il raggiungimento del grado apicale di 1°Maresciallo Luogotenente con qualifica di Primo Luogotenente; l’altro, in virtù del possesso dei requisiti previsti dagli appositi bandi, permette di accedere alla categoria Ufficiali.”
Concludiamo con una curiosità, cos’è lo “Spadino” e cosa rappresenta il passaggio di consegna di questo simbolo da un Corpo all’altro?
“Da sempre, lo “Spadino”, è l’elemento che contraddistingue i Cadetti sia delle Accademie che delle Scuole Militari e trae la sua origine dalla tradizione marinara, infatti era un’arma corta impiegata dai giovani Ufficiali che, a bordo delle unità navali, non potevano girare con le lunghe sciabole tipiche delle Fanteria. La cerimonia di consegna, che avviene all’interno di questo Istituto, può essere considerata la prima certificazione dello status di Allievo Maresciallo, acquisito, dal punto di vista giuridico, all’atto di superamento delle prove concorsuali. Tradizione vuole che lo spadino sia sguainato per la prima volta dalla donna più importante per il Cadetto, che per i più giovani generalmente è la mamma mentre per i meno giovani il compito sarà riservato alla fidanzata o alla moglie.”
Lascia un commento