Orientare fin dai primissimi anni di vita? Assolutamente sì, secondo Monica Fugaro, la dirigente dell’istituto comprensivo Viale Legnano di Parabiago, Milano, e del suo preparatissimo corpo docente: «Perché la pianta si forma dal germoglio –  spiega -. E così la scuola accompagna gli alunni dai 3 fino ai 14 anni a riconoscere passioni, talenti, propensioni, attitudini. Nella scuola dell’infanzia il progetto di orientamento si è sviluppato su due binari: una corrispondenza tra bambini e persone adulte, due volte al mese, e incontri dal vivo con lavoratori, come la postina che ha raccontato gioie e dolori della sua professione. Per la primaria, il counseling orientativo si dipana invece in tre parti: una preparatoria, dove i ragazzi creano una bibliografia che aiuti a ricostruire le proprie capacità ma anche a comprendere come gli insuccessi fanno parte della vita professionale; un momento più coinvolgente, dove ogni bambino prova a esporre la propria aspirazione professionale, il proprio percorso, gli obiettivi, gli scalini da superare; infine un confronto tra docenti, alunni e famiglie, una sorta di triade per definire anche insieme ai genitori il percorso».

«La secondaria di I grado – continua – viene invece coinvolta con il problem solving e l’adesione a progetti internazionale come Inspiring girl, dove vengono scelte donne speciali come role model da presentare alle ragazze. Come dirigente, tra le tante responsabilità sento tanto quella della leadership dei processi educativi. Da qui la didattica orientativa per supportare e accompagnare i nostri studenti nella realizzazione di progetti di vita. Convinta che una persona realizzata, felice, soddisfatta, sia utile all’intera società. Ciascuno si realizza solo se sognato e incoraggiato».