VITERBO – Martedì 18 giugno torna a Viterbo Roberto Saviano. Lo scrittore, dopo la calorosa accoglienza e il grande successo riscosso in occasione dell’apertura di Caffeina Festival 2017, sarà di nuovo nel capoluogo della Tuscia per presentare il suo nuovo libro e per incontrare il pubblico nell’accogliente contesto del Teatro Caffeina.
Una vera e propria anteprima di tutto rispetto per Caffeina Festival, la kermesse letteraria basata sulla libera circolazione delle idee che ormai da diversi anni anima le giornate e accende le serate viterbesi con presentazioni di libri, incontri, dibattiti, eventi e manifestazioni culturali e di arte varia che inizierà ufficialmente il prossimo 22 giugno per poi terminare domenica 30. Ospitare a Viterbo Roberto Saviano, uno fra gli scrittori e gli intellettuali più affermati e più discussi del nostro momento, rappresenta sicuramente il modo migliore per inaugurare l’edizione 2019.
Scrittore, giornalista, saggista, un intellettuale del nostro tempo che si può ammirare, stimare, criticare, dissacrare ma sicuramente non ignorare. Autore di libri che lo hanno portato alla notorietà ma anche alla ribalta delle cronache grazie alla sua capacità di sapere utilizzare la forza della narrazione e il giornalismo d’inchiesta come strumenti di denuncia contro il fenomeno della criminalità organizzata riuscendo, in tal modo, ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’argomento.
Laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Saviano esordisce ben presto come scrittore e nel 2006, a seguito della pubblicazione del suo primo romanzo “Gomorra”, fortemente accusatorio nei confronti delle attività camorristiche, subisce pesanti minacce per la sua incolumità personale al punto che l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato gli conferisce la scorta e contemporaneamente lo allontana cautelativamente da Napoli. Tali eventi non lo disarmano anzi rendono più risoluta la sua lotta alla criminalità organizzata e grazie ai suoi reportage ed alla sua narrativa d’inchiesta continua a scrivere pubblicando libri e collaborando con diverse testate giornalistiche: Espresso, La Repubblica, Post e Post Internazionale (Italia); Washington Post, New York Times, Newsweek e Time (Stati Uniti); El Pais (Spagna); Die Zeit e Der Spiegel (Germania); The Guardian e The Times (Gran Bretagna). Nel 2011 l’Università degli Studi di Genova gli conferisce la laurea honoris causa in Giurisprudenza “per l’importante contributo alla lotta alla criminalità organizzata e alla difesa del principio di legalità nel nostro Paese”.
Dopo “Gomorra” da cui sono stati tratti uno spettacolo teatrale e l’omonimo film diretto da Matteo Garrone, nel 2009 esce la raccolta di saggi “La bellezza e l’inferno”, nel 2010 il libro con dvd “La parola contro la camorra”; mentre nel 2011 dopo il successo della trasmissione “Vieni via con me” condotta da Saviano e Fabio Fazio esce la raccolta dei monologhi tenuti dallo scrittore nel corso del programma mentre nel 2013 viene pubblicato “Zero Zero Zero”, racconto strutturato sotto forma d’inchiesta che ha lo scopo di denunciare problematiche politiche, economiche ed etiche legate al traffico della droga.
Nel 2016 esce il romanzo “La paranza dei bambini”, libro di grande spessore socio-culturale perché accende i riflettori su una realtà che non è possibile ignorare perché denuncia l’escalation di nuovo fenomeno sociale come la criminalità organizzata minorile, che necessita di essere raccontato se non altro per tentare di trovare soluzioni che siano in grado di combatterlo e arginarlo. Dal libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Claudio Giovannesi che ha riscosso un grandissimo successo di pubblico e che ha vinto il premio quale miglior sceneggiatura (di Roberto Saviano) al festival cinematografico di Berlino 2019. Nel 2017 viene pubblicato “Bacio feroce” con cui si conclude, almeno per il momento, la raccolta della “Paranza dei bambini”: l’opera infatti narra le vicende di una banda o forse meglio dire di un gruppo di ragazzini di Forcella, capitanato da Nicolas Fiorillo detto “o Maraja”.
Quest’anno Roberto Saviano ha pubblicato il suo ultimo lavoro, presentato a maggio al Salone del libro di Torino, un saggio che si intitola “In mare non esistono taxi”. Il titolo è già eloquente di per sé e lascia facilmente intuire di cosa si stia parlando: i salvataggi in mare e il problema dell’immigrazione sono argomenti di scottante attualità, molto seguiti dall’opinione pubblica e dei quali ormai si discute quasi quotidianamente sui mass media per via delle delicate tematiche sociali, etiche e politiche che gli stessi comportano.
Roberto Saviano, nel suo nuovo libro, si confronta ed affronta tali problemi spiegando il suo punto di vista in merito alla questione. Un libro che è una testimonianza, come l’ha definito il suo stesso autore, in cui lo scrittore-giornalista alterna il suo racconto alle testimonianze rese dagli operatori sul campo ed alle immagini fotografiche scattate dai più grandi autori internazionali che hanno documentato il fenomeno nella sua tragica realtà. Saviano racconta, raccoglie testimonianze, mostra al lettore immagini che supportano le parole e le giustificano e sono messe lì per sottolineare e documentare la genuinità delle sue affermazioni.
Sicuramente un libro diverso nella struttura rispetto a quelli finora pubblicati. Un lavoro che ha uno scopo ben preciso: raccontare, documentare e far riflettere. Perché la riflessione aiuta a chiarire, rafforzare, smontare o costruire l’idea che ciascuno di noi ha necessità di farsi in merito ad un questione di così attuale e notevole rilevanza.
Silvia Fornari
Nella foto di copertina, lo scrittore e giornalista Roberto Saviano
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