RIETI – L’atmosfera natalizia, seppur timidamente, si affaccia e ci pervade. I primi addobbi per le vie e i negozi ci richiamano ad un appuntamento che, in altri tempi, avrebbe assunto un sapore senz’altro più forte e spensierato. Il Natale che andremo a vivere si preannuncia in tutta la sua sobrietà. Oltre che per la tristezza che pervade i nostri cuori per i tanti malati e i tanti affanni in ambito sanitario, anche per tutte le conseguenze economiche generate da questa pandemia, che sta mettendo a dura prova tutti noi sia a livello psicologico che a livello pratico. E’ inutile ripetersi che le nostre vite sono cambiate. Che ormai sono in mano ad una non ben definita “mano” che, in apparenza sembra essere legata al virus, al suo contagio e ai conseguenti Decreti che, come gli antichi bollettini di guerra, scandiscono, cadenzano i nostri ritmi e le nostre abitudini ormai stravolte.
Il prossimo Natale dovrebbe essere trascorso in compagnia dei parenti stretti, ovvero di “coloro che normalmente frequentiamo in famiglia quotidianamente, quelli che vivono sotto lo stesso tetto”, cita a nome del Comitato Tecnico Scientifico Fabio Ciciliano, medico esperto di medicina delle catastrofi della Protezione Civile. Il prossimo 4 dicembre entrerà in vigore il DPCM con il quale si fisseranno le nuove regole, prima di tutto per gli spostamenti tra le regioni e gli orari dei negozi nelle festività natalizie. Quindi, cenone, incontri tra parenti ed amici, pranzi con i familiari, con i nonni, visite ai parenti dovrebbero essere ulteriormente “disciplinati” con raccomandazioni precise improntate alla prudenza. Ed alla luce di ciò viene da chiedersi quale Natale ci aspetta? Sicuramente una festa vissuta in una cornice surreale, perché a Natale, più che in altri periodi dell’anno, è maggiore la volontà di socialità (che invece deve essere contenuta in questa contingenza pandemica. Secondo il capo tecnico dell’OMS, Maria Van Kerkhove “la decisione più saggia a Natale sarebbe quella di non fare né pranzi né cene in famiglia, per contenere la diffusione del virus”. Se così fosse, chi sottoscriverebbe questo consiglio?
L’uomo è per sua natura un “animale sociale”, per citare Aristotele, e dunque non riesce ad accettare la solitudine. Abbiamo bisogno di compagnia, di rapporti sociali, di contatto fisico tra persone. Per cui sarebbe auspicabile cercare di trovare un compromesso tra l’esigenza di contenimento del contagio e il non mortificare ulteriormente gli affetti e le relazioni. Il Natale è per molti occasione di riunione tra parenti che abitualmente vivono distanti. Il riunirsi con i parenti è sempre motivo di serenità e calore, ma se non sarà “consigliabile”, per il bene degli anziani maggiormente, ci si chiede quanto questo potrà agire a livello psicologico, in un momento che è già di per sé sopportato a fatica. Ci si chiede anche se fare appello alla sensibilità di ogni singolo cittadino per affrontare in maniera responsabile queste feste, potrà essere compreso ed accolto. Poi sorge il dubbio di chi siano davvero i parenti stretti. Quelli che vivono sotto lo stesso tetto sono la famiglia, i parenti stretti sono sempre stati intesi come altro. Per cui ci si chiede come non potremmo vedere né condividere con fratelli, sorelle, zii, nonni con i quali non si convive quotidianamente, ma che comunque frequentiamo e vediamo, seppur con prudenza. Per cui, al momento, l’unica cosa che sappiamo è che non dobbiamo né possiamo rischiare e dunque un comportamento responsabile comporta necessariamente un distanziamento dovuto a prudenza e buonsenso.
Non sappiamo inoltre se sarà possibile spostarsi tra regioni, almeno quelle dello stesso colore. Non possiamo pensare di fare programmi. Non potremo sicuramente goderci le vacanze sulla neve, nel caso vi fosse. Per cui lo scenario che si preannuncia è quello di poter godere esclusivamente di ciò che è l’attuale rigore. “In attesa del vaccino – aggiunge ancora il dottor Ciciliano – purtroppo la soluzione più dolorosa è evitare quanto più possibile il rischio di contagio intrafamiliare, che appare essere quello maggiormente responsabile nella diffusione del virus. Il SARS-CoV-2 non conosce né feste né ricorrenze, purtroppo”. E ancora: “Facciamo appello alla sensibilità di ogni singolo cittadino per affrontare in maniera responsabile queste feste. Altrimenti, purtroppo, dovremmo fare nuovamente i conti con l’impennata dei contagi come in estate. Solo che questa volta – nella stagione invernale – l’impatto sui sistemi sanitari sarebbe peggiore. Quest’anno la tombola dovremo giocarla in pochi attorno al tavolo. Sottolineo, però, che non possiamo ancora permetterci ad oggi un ‘tana libera tutti’. Durante le vacanze natalizie magari si potrà andare a mangiare al ristorante, ma bisognerà fare molta attenzione nei giorni di festa. Al riguardo, appaiono fondamentali i controlli ed eventualmente le sanzioni ai cittadini e agli esercenti che non rispettano le regole. Servirà a tutelare soprattutto quelli che le regole le rispettano”.
Stefania Saccone
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