Italia paese di santi, poeti, navigatori… E pure di burocrati. Già, è amaro ammetterlo ma si tratta di una realtà lampante con la quale ognuno di noi si è spesso scontrato. Ricevendone danni o, quanto meno, ricavandone arrabbiature e delusioni. Proprio così, perché l’ottusa applicazione delle regole (che vanno sempre e comunque rispettate) genera mostri senza volto che frenano, bloccano, fanno perdere tempo. In estrema sintesi, un freno allo sviluppo e alla crescita.
Proprio per cercare di aggredire un problema che è ormai endemico nell’intero Stivale italico, è nata “Paese da codice rosso”, la nuova campagna promossa dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) per il contrasto alle disfunzioni nel settore delle opere pubbliche, causate da procedure inefficienti e dal Codice degli appalti. Infrastrutture al collasso, manutenzioni assenti, opere incompiute, cantieri che non partono e che quando partono spesso si fermano per manca un parere, una firma, semplicemente una virgola. In Italia è tutto bloccato e la madre di queste disfunzione molto spesso ha un unico nome: burocrazia. Le imprese di Ance chiedono un atto di volontà.e di coraggio da parte delle istituzioni, senza aspettare il prossimo intenso evento atmosferico per accorgersi dello stato in cui versano strade, ponti, reti ferroviarie, edifici, spazi verdi, scuole.
“Si tratta di un’azione volta a dare la massima visibilità pubblica alle nostre proposte – spiega il presidente nazionale Gabriele Buia – anche in un momento particolarmente instabile dal punto di vista politico e che necessita quindi del massimo impegno e di una dimostrazione di grande compattezza del nostro sistema”.
La campagna di informazione nazionale è partita lo scorso 10 aprile “in modo tale – sottolinea Andrea Belli, responsabile di Ance Viterbo – da mettere subito sul piatto del nuovo Parlamento e del futuro Governo, che ci auguriamo si formi al più presto, le priorità d’azione per il loro mandato”. Ance sottolinea che le risorse ci sono, ma rimangono sui conti correnti dello Stato, la burocrazia è asfissiante, le norme sono incomprensibili anche per le pubbliche amministrazioni che le devono applicare, con il risultato di bloccare le opere ma non l’illegalità.
“Occorre agire subito – continua – rimettendo mano al Codice degli appalti ed eliminando le procedure farraginose: ci vogliono troppi anni per aprire i cantieri necessari per il benessere e la sicurezza. Per fare questo, serve subito un decreto legge che consenta alle amministrazioni di far partire i lavori, e poi una nuova riforma dotata di un regolamento attuativo che restituisca la certezza del diritto. Le imprese dell’Ance sono pronte a fare la propria parte”.
L’Ance è inoltre già al lavoro per raccogliere e analizzare le segnalazioni dei cittadini sulle opere bloccate, mai partite e sugli altri malfunzionamenti del sistema delle opere pubbliche. Per ulteriori informazioni c’è anche un sito dedicato: www.sbloccacantieri.it.
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