NAPOLI – Nella cornice unica e magica di Piazza Plebiscito a Napoli, il Teatro San Carlo ha riaperto le porte alla stagione lirica, con eventi programmati e finanziati dalla Regione Campania. E lo ha fatto alla grande con La Carmen di Bizet in forma concertistica. La scenografia minimale, il coro allineato sul palco al di sopra dell’orchestra, tutto predisposto secondo le norme Covid. I protagonisti della storia (Carmen, Escamillo, Don Josè) si sono interfacciati in un’atmosfera unica che ha reso l’avvicendarsi della storia ancora più intrigante.
Georges Bizet CARMEN Opéra-comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy ispirato alla novella omonima di Prosper Mérimée
Direttore | Dan Ettinger
Interpreti
Carmen (zingara)| Elīna Garanča
Don José (sergente) | Brian Jagde
Escamillo (torero) | Mattia Olivieri
Moralès (sergente)| Daniele Terenzi
Zuniga (tenente) | Gabriele Sagona
Micaëla (contadina) | Selene Zanetti
Mercédès (zingara) | Aurora Faggioli
Frasquita (zingara) | Mariam Battistelli
Dancairo (contrabbandiere) | Michele Patti
Remendado (contrabbandiere)| Filippo Adami
Une merchande d’orange, venditrice di arance | Antonietta Bellone
Un Bohémien (artista)| Alessandro Lerro
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | José Luis Basso
Direttore del Coro di Voci Bianche | Stefania Rinaldi
Durata circa tre ore. Atti quattro in forma ridotta essendo concertistica.
La Storia è ambientata in Spagna intorno al 1820. La scenografia del primo atto normalmente è l’ambientazione di una piazza di Siviglia dove figurano da una parte la Manifattura tabacchi e dall’altra la Gendarmeria dei Dragoni e la piazza affollata di persone in attesa dell’uscita delle operaie. Nella rivisitazione concertistica, senza alcuna scenografia, la contadina Micaela cerca Don Josè di cui è innamorata e a cui lancia un fiore per sedurlo, ma lui rimane indifferente ma turbato. Micaela ritorna a cercare Don Josè, lo incontra e gli parla di sua madre, il coro suggella la rissa tra donne alla manifattura e tra queste c’è Carmen che viene arrestata e data in affido a Don Josè. Carmen con le sue armi seduttive convince Don Josè a liberarla e ci riesce.
Nel secondo atto, sempre senza scenografia ma facendo comprendere che l’ambientazione è in un’osteria, Carmen balla con alcune amiche, entra in scena il torero Escamillo invaghito di Carmen la quale non accetta il corteggiamento perché aspetta Don Josè che la raggiunge quando viene liberato essendo stato rinchiuso per averla aiutata a fuggire. Quando suona la ritirata vorrebbe rientrare in caserma ma è costretto a fuggire con Carmen avendo litigato con il capitano Zuniga.
Il terzo atto doveva essere ambientato in montagna ma ovviamente come sopra in forma non scenografica, si è visto Don Josè duettare con Escamillo in quanto tutti e due innamorati di Carmen che preferisce Escamillo pur essendo scappata con Don Josè. Carmen legge le carte con le sue amiche da cui si predicono presagi di morte. Arriva anche Micaela che porta via Don Josè.
Nel quarto atto l’ambientazione doveva essere la piazza di Siviglia, invece stessa scena di tutti gli altri atti, coro in lontananza e orchestra, sul palco Carmen e le sue amiche che la mettono in guardia che don Josè si aggira per la piazza, entrano in scena Escamillo applaudito dal coro (Folla), Carmen duetta con Don Josè che la prega di andare via con lui ma lei rifiuta e getta via l’anello che lui le aveva regalato. Mentre dall’arena, in lontananza, si sentono le esclamazioni per Escamillo, Don Josè uccide Carmen a pugnalate, poi invocando il suo nome si fa arrestare.
L’opera, nonostante non fosse corredata dalla scenografia, ha reso ugualmente l’intensità dell’amore e della gelosia provati che hanno portato all’uccisione di Carmen, opera che potrebbe rivelarsi brutale, in un’epoca di femminicidi, ma essa non incita a tale fenomeno ma anzi letta tra le righe il messaggio a quanto possa condurre una gelosia malata.
Sempre nella cornice fantastica di Piazza Plebiscito, è stato rappresentato lo spettacolo di balletto da Il lago dei cigni e La bella addormentata di Pëtr Il’ič Čajkovskij
a cura di Clotilde Vayer, Direttore del Balletto del Teatro di San Carlo
Impianto scenico | Pasqualino Marino
Costumi | Giusi Giustino
Luci | Mario D’Angiò
Programma
Estratti da La Bella Addormentata di Pëtr Il’ič Čajkovskij, coreografia di Marius Petipa
Atto II da Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, coreografia di Rudolf Nureyev ripresa da Clotilde Vayer
Balletto del Teatro di San Carlo
Orchestra del Teatro di San Carlo diretta dal M° Maurizio Agostini – Musiche registrate
Il Teatro San Carlo ha dedicato questo spettacolo a Carla Fracci
Uno spettacolo con una scenografia vuota ma reso spettacolare dai costumi e dal corpo di ballo del San Carlo. Una professionalità unica che ha reso la stessa magica atmosfera dei due balli anche se in forma ridotta.
Carla Abenante
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