//Rsf: cresce l’attacco all’informazione

Rsf: cresce l’attacco all’informazione

di | 2019-04-28T06:54:55+02:00 28-4-2019 6:52|Top Blogger|0 Commenti

Con i tanti mezzi che abbiamo a disposizione oggi appare facile accedere alle informazioni. Eppure se da una parte il cronista riesce a stare più di prima sulle notizie, dall’altra in molti Paesi appare più complicato se non addirittura pericoloso informare il lettore e quindi l’opinione pubblica. La libertà di stampa si mostra sempre più a rischio.
Secondo Reporters Sans Frontières “il numero dei paesi considerati sicuri, dove un giornalista può lavorare senza temere per la propria vita diminuisce ancora, mentre i regimi autoritari continuano ad aumentare il controllo sui media“. Secondo l’organizzazione non governativa la maggior parte dei Paesi nel mondo mostrano un livello di allerta alto. Chi sta peggio di tutti sono i cinesi mentre ai primi posti della classifica della libertà di stampa ci sono i paesi del nord Europa, il Costa Rica, la Jamaica e la Nuova Zelanda dove un giornalista non rischia la pena di morte e la categoria non è considerata in pericolo quando esercita il suo mestiere. Diversamente da quello che accade in Turkmenistan che quest’anno ha rimpiazzato la Corea del Nord all’ultimo posto della graduatoria.
La classifica di Rsf specifica inoltre che le condizioni dei giornalisti sono peggiorate soprattutto in Africa. Il record negativo va alla Repubblica Centroafricana che retrocede di 33 punti, seguita da Tanzania (-25) e Mauritania (-22). Nella top 4 in negativo c’è anche il Nicaragua che perde 24 punti rispetto al periodo precedente e finisce alla 114esima posizione.
In Europa sono cinque gli stati dove i giornalisti hanno dovuto fare i conti con crescenti difficoltà rispetto agli anni precedenti: Serbia, Montenegro, Ungheria, Malta e Slovacchia. Quest’ultima perde 8 punti e finisce 35esima, soprattutto a causa dell’omicidio del giornalista Jac Kuciak, che stava indagando su alcuni finanziamenti europei gestiti da cittadini italiani residenti in Slovacchia con presunti legami con la ‘ndrangheta. Malta si classifica invece alla 77esima posizione dopo l’attentato che ha portato alla morte di Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa che si era occupata anche dei Panama Papers.
In Italia la situazione resta sempre molto critica. Il Bel Paese guadagna 3 punti ma non riesce ad andare più su della 46esima posizione. Rsf giustifica la sua scelta citando la proposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di togliere la scorta a Roberto Saviano, gli attacchi dei politici del Movimento 5 stelle che hanno definito alcuni rappresentanti della categoria in modi poco lusinghieri, le continue minacce nei confronti di alcuni professionisti, soprattutto nel Sud Italia, e casi come quello di Paolo Borrometi. Il giornalista siciliano, collaboratore di Agi e fondatore de La Spia vive sotto scorta 24 ore al giorno dal 2013.
Secondo l’organizzazione l’unica nota positiva che giunge a commento di questa classifica – che può lusingarci ma non ci tranquillizza – è che “tutte queste persone continuano a svolgere il loro lavoro con coraggio”.

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