MILANO – Il Comune di Roma intitolerà una strada a Chiara Corbella Petrillo, beata della Chiesa cristiana, morta di cancro a 28 anni per salvare e dare alla luce il figlio Francesco. È di pochi giorni fa la decisione della giunta comunale, di intitolare una via o un giardino della città alla giovane, obiettivo da raggiungere entro il Giubileo del 2025, proprio in virtù del percorso avviato dalla Chiesa. La storia di Chiara Corbella Petrillo, raccontata nel libro “Siamo nati e non moriremo mai più”, ha fatto il giro del mondo.

La donna, sposata con Enrico Petrillo il 21 settembre 2008, era incinta di suo figlio Francesco, quando le fu diagnosticato un tumore. Le cure avrebbero avuto conseguenze mortali sul nascituro, perciò lei le rifiutò e decise di portare ugualmente a compimento la gravidanza. Il piccolo Francesco completamente sano, nasce il 30 maggio del 2011. Il 3 giugno, mentre era ancora ricoverata in seguito al parto, la 28enne affronta la seconda fase di un intervento già iniziato a marzo.

Ma la situazione precipita nel giro di pochissimo tempo: tornata casa, non appena le è possibile, comincia chemioterapia e radioterapia, ma il tumore si estende comunque a linfonodi, polmoni, fegato e persino all’occhio destro, poi coperto per limitare le difficoltà visive.

Muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver detto addio ad amici e parenti. Il suo funerale viene celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella chiesa di Santa Francesca Romana all’Ardeatino. Il 2 luglio 2018 la Diocesi di Roma ha pubblicato l’Editto in cui si annuncia l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Corbella, che pertanto è diventata Serva di Dio. Chiara è testimone di vita in un’era moderna, dove siamo abituati ad apparire e lasciarci sopraffare piuttosto che essere forti e incondizionatamente capaci di amare.