ROMA – La presenza del divo e raffinato ballerino di formazione scaligera, étoile internazionale, Roberto Bolle, ha un posto fisso alle Terme di Caracalla, per la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Sono anni che l’artista ha dedicato a tutti noi la sua arte, e per i due giorni di spettacolo del 19-20 luglio vale la pena di trarre una sintesi, anche per il ripetersi di alcuni eventi.
L’apertura dello spettascolo ha visto Bolle con la ballerina britannica prescelta da alcuni anni Melissa Hamilton (inappuntabile), in una coreografia di Davidson, e che con lui ha felicemente condiviso anche “Qualia” (coreografia di McGregor). Con la compagnia “Esmeralda”, che vedemmo due anni fa con lo straordinario Younh Gyu Choi, oggi assisteremo alla performance interpretata al duo Fernandes- Casalinho.
Ad essa è seguito “Chiaroscuro” di Simone Valastro per un “assolo” di Bolle, che ci ha ricondotto al suo capolavoro interpretativo nel 2022 di “In Your Black Eyes”, su musica del compianto Ezio Bosso (morto nel 2020): lo squallore delle scene, la povertà del costume, l’intensità gestuale di Bolle esaltarono l’amara condizione dell’oggi per tutti.
In “Les Bourgeois” è tornato il bravo Antònio Casalinho e in “Les Indomptés” di Brumachon, Bolle ha ballato con Toon Lobach. Sorpresa gradita: in “La luna” dell’ indimenticato Béjart, ripresa dalla Savignano, l’interprete è stata l’attuale stella della Scala, la splendida Nicoletta Manni.
Nel “Don Chisciotte” di Minkus, il classico puro del duo Tatiana Melnik-Giorgi Potskhishvili ha ripreso forza, come nell’utlimo sorprendente “assolo” di Roberto Bolle, che ha nuovamente raccolto, nel “Prometheus” di Beethoven (coreografato da Volpini), l’energia prometeica del gigante di Bonn.
Paola Pariset
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