//Siccità, “ma potrebbe anche piovere”

Siccità, “ma potrebbe anche piovere”

di | 2023-03-26T07:14:18+02:00 26-3-2023 7:05|Top Blogger|0 Commenti

L’Europa ha sete, tanta sete, e l’Italia non sta meglio. Intrappolato da diversi mesi in un immobile blocco atmosferico il Vecchio Continente rimane all’asciutto sopportando una situazione che sta allontanando la possibilità di piogge e che già di fatto ci ha messo in una situazione di crisi idrica che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.
La conferma ufficiale arriva dagli ultimi dati del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche): “C’è una siccità estrema come non si vedeva da tantissimi anni”. Tuttavia ci sono importanti novità arrivate dagli ultimi aggiornamenti: “La pioggia potrebbe tornare entro la fine di marzo”. I dati elaborati dal bollettino mensile del Drought Observatory del CNR ci mostrano una situazione di deficit pluviometrico molto intensa su gran parte dell’Italia. In crisi le regioni del Nord, la Puglia, la Calabria e parte della Sicilia con valori estremi di siccità. Non se la passa comunque meglio il resto del Paese dove permane già una moderata carenza d’acqua. Una situazione che nel perdurare potrebbe mettere a rischio non solo le coltivazioni agricole, bisognose di acqua per crescere nel risveglio vegetativo anticipato da un inverno mite, ma anche l’approvvigionamento idrico per industrie e usi umani.

Le previsioni degli esperti: arriva la pioggia

E per quanto riguarda l’Italia va ricordato che da noi la crisi idrica può essere definita permanente anche per cause non certo naturali. Secondo gli ultimi dati dell’Istat in un anno vengono immessi nella rete idrica italiana 8,2 miliardi di metri cubi di acqua, di cui ne vengono utilizzati 4,7 miliardi. Gli altri 3,5 miliardi di metri cubi vanno persi a causa delle pessime condizioni delle condotte idriche, cioè di tubi vecchi e rotti.

Carenza idrica? Colpa anche delle condutture vecchie

La percentuale di perdite d’acqua è del 42 per cento: ogni cento litri immessi nella rete di distribuzione, 42 non arrivano ai rubinetti delle case. La stessa Istat stima che recuperare queste perdite assicurerebbe il fabbisogno di acqua a circa 44 milioni di persone in un anno, oltre due terzi degli italiani.
Per l’JRC, il Centro comune di Ricerca dell’Unione europea, le conseguenze della siccità sull’Italia settentrionale, la Francia e la Spagna “sono visibili e sollevano gravi preoccupazioni”. Secondo i ricercatori l’Europa e l’area del Mediterraneo potrebbero vivere un’altra estate estrema dopo quella del 2022.
Ma adesso qualcosa sta cambiando. Dopo tante settimane di dominio anticiclonico, tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile sull’Europa centro-occidentale qualcosa a livello climatico pare muoversi aprendo la “Porta dell’Atlantico”, una situazione atmosferica che secondo i meteorologi ostacola la discesa delle perturbazioni portatrici di pioggia dall’Oceano verso l’Europa e quindi anche in Italia. La conseguenza più immediata sarebbe quella di avere abbondanti precipitazioni soprattutto al Centro Nord. Con le Alpi pronte a fare finalmente il pieno di neve come non si vedeva ormai da tanto tempo.

In un documento dell’JRC si evidenzia che nella regione alpina “l’accumulo di neve è stato ben al di sotto della media ed è persino inferiore a quello dell’inverno 2021-2022 e questo porterà a una forte riduzione del contributo dello scioglimento delle nevi alle portate dei fiumi nella regione perialpina nella primavera e all’inizio dell’estate 2023”. Nel rapporto si raccomanda un attento monitoraggio e un uso appropriato dell’acqua, l’attuazione di strategie di adattamento settoriali mirate e una cooperazione rafforzata.
Stesse raccomandazioni che giungono dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente: “La raccolta delle acque meteoriche nelle città e il riutilizzo di quelle reflue per l’agricoltura porterebbero al recupero di 22 miliardi di metri cubi all’anno. Un volume pari a circa 3 volte la capacità contenuta nei 374 grandi invasi in esercizio, che ammonta a circa 6,9 miliardi di metri cubi”.

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