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Rilasciati 33 ululoni: buona vita, piccolini

di | 2021-10-08T18:49:47+02:00 10-10-2021 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

ROCCASINIBALDA (Rieti) – Assistere al rilascio in natura di un animale, qualunque esso sia, anche il quasi sconosciuto ululone (piccolo anfibio dell’ordine degli Anuri, famiglia Bombinatoridi, presente solo in Italia), è un’emozione da vivere. Nei giorni scorsi, nel territorio della Riserva Monti Navegna Cervia, sono stati rilasciati 33 esemplari di Ululone appenninico, specie protetta, tutelata dalla direttiva Habitat dell’Unione Europea: i tecnici aprono i barattoli in cui sono conservati e i piccolini prendono subito possesso della loro nuova “casa” iniziando a nuotare, scorrazzare e a nascondersi tra le pietre.

A vederlo fa subito simpatia con quelle macchie verde-blu sul ventre giallo, che sono la sua caratteristica: nessuna è uguale all’altra e sono come le nostre impronte digitali, ma attenzione a toccarlo a mani nude, perché è urticante. All’Ululone piace la Riserva Monti Navegna Cervia, ma i cambiamenti climatici lo mettono in pericolo, perché a loro basterebbe una piccola pozza d’acqua, tranquilla, dove nessun turista o animale possa calpestarli, anche inavvertitamente (sono piccoli, non superano i cinque centimetri e si mimetizzano perfettamente), ma queste piccole pozze d’acqua sono sempre di meno, a causa dell’innalzamento delle temperature, delle coltivazioni e delle precipitazioni ridotte che lo stanno mettendo in pericolo.

La popolazione nella Riserva era quasi decimata. Da un monitoraggio eseguito anni fa, era evidente che stavano per estinguersi e bisognava agire. Con i tecnici della Riserva e il Dipartimento di Scienze Università Roma Tre è iniziata una collaborazione circa 15 anni fa e dal 2013 si è aggiunto il Bioparco di Roma, che ha allestito laboratori ad hoc, in ambiente sterile, con vasche a temperatura costante per l’allevamento degli Ululoni da uova raccolte in loco dai tecnici della Riserva. In questi anni sono stati rilasciati già alcuni esemplari e la colonia sta lentamente aumentando, ma c’è ancora molto da fare e i monitoraggi sono costanti.

Nella primavera scorsa, insieme all’Università Agraria di Vallecupola, che ha messo a disposizione un pezzo del proprio terreno, sono iniziati i lavori per la realizzazione di una piccola pozza d’acqua recintata, realizzata incanalando il “tutto pieno” della fonte a monte. E’ in questa nuova pozza d’acqua che sono stati rilasciati i 33 esemplari di circa due anni, fotografati e catalogati: “Sicuramente 12 maschi e 8 femmine, gli altri non hanno ancora manifestato le callosità sul ventre, tipiche dei maschi”, spiega lo zoologo Marco Bologna direttore del dipartimento di scienze Roma3. Con l’immancabile binocolo al collo e guanti di lattice per l’occasione, anche Francesco Petretti (biologo e ornitologo, divulgatore scientifico, presidente della fondazione Bioparco di Roma), ha partecipato al rilascio dei piccoli Ululoni; l’evento è stato ripreso dalla troupe di Canale 5, per la trasmissione “L’arca di Noè”, che andrà in onda presumibilmente a metà ottobre, con riprese effettuate anche dal drone e interviste di Petretti a tutti i “papà” dei piccoli Ululoni.

Una giornata importante, che ha visto la partecipazione dei tecnici del Bioparco Yitzhak Yadid, Daniele Macale, Leonardo Vignoli università Roma 3, il naturalista della Riserva Andrea Pieroni e il tecnico Giovanni Piva, il presidente e il direttore della riserva Giuseppe Ricci e Vincenzo Lodovisi, il presidente dell’università agraria di Vallecupola Giuliano Picchi, il presidente del Cai di Rieti Angelo Marsini. Le uova, prelevate dai tecnici della Riserva in primavera, si schiudono entro un mese, i nuovi nati vengono nutriti e curati al Bioparco in ambiente sterile, con grilli e larve, ma in natura si cibano anche di insetti, lombrichi, coleotteri .”Sono ingranaggi della catena della biodiversità, che va tutelata e sono un ottimo bioindicatore” ha sottolineato Petretti.

Con le immissioni effettuate in questi anni, ora sono 110 gli esemplari introdotti che si aggiungono ai pochi che erano stati censiti anni fa: “I risultati si stanno vedendo e siamo soddisfatti”. Tutti sono monitorati con controlli settimanali dalla primavera all’autunno, poi vanno in vita rallentata, sottoterra. Nel periodo della riproduzione l’Ululone attrae la femmina con un richiamo ululante (da qui il nome Ululone): se ben tutelato, può vivere fino a 15 anni, la maturità sessuale si raggiunge al terzo anno di vita. E allora, come ha detto Petretti al momento del rilascio: “Buona vita, piccolini”.

Francesca Sammarco

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