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“Riflessi di Donna”, essenza del femminile

di | 2024-10-11T12:15:40+02:00 13-10-2024 1:35|Arte, Sezione 8|0 Commenti

ROMA – “Riflessi di Donna” alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, in via della Lungara 19, giovedì 17 ottobre dalle ore 16 alle 19 e venerdì 18 ottobre dalle 10 alle 18 (ingresso 5 euro). L’evento artistico è presentato da A-Space Art, che propone un percorso espositivo che celebra l’essenza del femminile attraverso le opere di oltre 15 artisti nazionali e internazionali. La sala ‘Liliana Ingargiola’ sarà allestita con cura per evocare simboli legati alla figura femminile e alla natura, negli spazi esterni fotografie, in un dialogo armonioso tra intimità e apertura al mondo. In questo spazio dedicato ai diritti delle donne, la mostra invita a una riflessione profonda sulle molteplici sfaccettature dell’identità femminile, proponendo dipinti, disegni e fotografie che ne esplorano la potenza, la naturalezza e la complessità, in un viaggio audio-visivo (disponibile in italiano e in inglese), che guida i visitatori oltre gli stereotipi e le aspettative sociali, rivelando nuove prospettive sulla donna e sul suo ruolo nella società contemporanea.

Indossando le cuffie e aprendo il Q-R code, l’immersione nei racconti che accompagnano le opere, con informazioni dettagliate sugli artisti e contenuti audio. Ogni opera è un invito a riflettere anche sull’integrazione tra il femminile e il maschile attraverso l’arte, che sa essere delicata quanto profonda e intensa. Tra gli artisti rinomati che esporranno ritroviamo una nostra vecchia conoscenza (ne abbiamo scritto due anni fa) ed è Vincenzo Sangiorgio, architetto, cresciuto in una piccola realtà (quella nella frazione di Pace di Pescorocchiano nella valle del Salto), il cui dipinto “Riflessi di Donna” è stato scelto per le locandine cartacee che stanno riempiendo i vicoli di Trastevere. Sangiorgio indaga profondamente i temi dell’identità e della percezione, utilizzando la figura femminile come veicolo di introspezione e dialogo interiore. Il suo dipinto “Riflessi di Donna” non è solo una finestra visiva, ma un invito a riflettere su come la propria storia personale influenzi il modo in cui vediamo l’arte e il mondo, si configura come un’esplorazione della complessità delle relazioni umane e delle emozioni, evoca un dialogo tra l’essere e l’apparire, tra ciò che la donna vede di sé stessa e ciò che il mondo vede in lei, attraverso l’uso sapiente delle luci e delle ombre, che caratterizza l’arte di Sangiorgio, creando un riflesso che va oltre il semplice ritratto fisico. I toni luminosi e le sfumature delicate infondono una vitalità che sfida le rappresentazioni cupe e tradizionali, donando alla figura una forza interiore. Per lui, la critica d’arte Chiara Croci cita Alda Merini: “La sensibilità non è donna, la sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo diventa poesia”.

Il tocco e la sensibilità artistica di Sangiorgio sono poesia, attraverso una tecnica seducente in ogni linea, con eleganza e raffinatezza. Dalla Valle del Salto a Via Margutta e in occasioni internazionali, Sangiorgio, titolare della società Nuove Tecnologie Costruttive, restauratore, designer, maestro del Taylor made, tra design e architetture d’interni, ha rappresentato ed esposto le diverse anime delle sue muse ispiratrici segrete: monelle, romantiche, fatali, sensuali, malinconiche, arrabbiate, imbronciate. Continua a sperimentare, passando dall’olio agli acrilici, dai pastelli al carboncino, chine e acquerelli, fino ad utilizzare il vino con ‘Cheers vino su carta e cartone’, che lo ha impegnato e divertito. “Mi sono messo in gioco, il vino è mutevole, profumato, indomabile, colorato, inebriante e fa perdere la testa, come le donne. Ho notato che il quadro con il tempo sta cambiando colore, a dimostrazione che il vino vive di vita propria: il cambiamento, la mutazione come nella donna, fanno parte del suo modo di essere”.

La Casa Internazionale delle Donne, nel complesso monumentale già denominato “Buon Pastore” (fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile) è destinato nel 1983 a finalità sociali, con particolare riguardo alla cittadinanza femminile, estensione del movimento femminista, subito dopo il trasferimento da Palazzo Nardini, in via del Governo Vecchio, occupato per otto anni, luogo di rifugio per le prime donne separate e divorziate, fucina di iniziative culturali, rivendicazioni, aggregazione sociale, iniziative politiche, convegni, a cui hanno collaborato attrici, scrittrici, avvocate (Tina Lagostena Bassi, Lella Costa, Dacia Maraini, Dario Fo e Franca Rame, Grazia Scuccimarra), sede anche della prima radio delle donne ‘Radio Lilith’, di un ostello, di un bar.

Nel 1992, finalmente, grazie al sostegno del Coordinamento donne elette del Comune di Roma, il Progetto Casa internazionale delle donne è elencato tra le opere di Roma Capitale e approvato dal Comune e la Casa Internazionale delle Donne diventa un organismo autonomo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze, unico nel suo genere. Un luogo unico, che ha bisogno di sostegno per proseguire la sua attività, continuando a essere una struttura aperta, che guarda al territorio e al mondo, un laboratorio dove si coniuga la politica di genere, un centro cittadino, nazionale e internazionale di accoglienza, d’incontro, di promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, dei “saperi” e delle esperienze prodotte dalle e per le donne.

Francesca Sammarco

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