MILANO – Raffaella Carrà, icona italiana dello spettacolo, arte, ballo, televisione. Il suo nome vero è Raffaella Maria Roberta Pelloni ed era nata a Bologna il 18 giugno del 1943, 78 anni appena compiuti. Ha fatto la storia della televisione italiana. Artista tra gli artisti: al fianco di Pippo Baudo, Corrado, Benigni, Gianni Boncompagni, Gianfranco Magalli e Sergio Iapino l’amore di una vita, che il lunedì 5 luglio ha dato la triste notizia della morte: “Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre″.
Showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica e autrice televisiva in Italia e in Spagna, che tutti noi abbiamo seguito, imitato e amato. Nella prima metà degli anni sessanta le fu dato lo pseudonimo Carrà, consigliatole dal regista Dante Guardamagna, il quale, appassionato di pittura, unì il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà. Tuttavia, Raffaella non riuscì a ottenere molto successo come attrice, scegliendo quindi la carriera di presentatrice televisiva, soubrette e cantante, con la quale invece otterrà successo e fama a livello internazionale. Dopo il teatro, scritturata dalla compagnia Carli-Pilotto, prestò la sua voce per un programma radiofonico, dove su mandato di Luciano Rispoli, realizzò e condusse la rubrica “Raffaella col microfono a tracolla”, a metà 1962, dopodiché il regista Stefano De Stefani la scelse come valletta di Lelio Luttazzi per il programma “Il Paroliere questo sconosciuto”.
Nella stagione 1969-1970 arrivò il successo televisivo, nello spettacolo “Io, Agata e tu” (con Nino Taranto e Nino Ferrer), dove la Carrà lanciava un nuovo stile di showgirl, scattante e moderna. Questa originalità le porterà fortuna. Nell’autunno dello stesso anno fu al fianco di Corrado in Canzonissima, dove diede scandalo per l’ombelico scoperto mostrato nella sigla d’apertura “Ma che musica maestro!” , che raggiunse le vette delle classifiche, vendendo 200.000 copie. Negli anni ’70, stupì l’opinione pubblica col “Tuca Tuca” e mostrando l’ombelico in televisione, in un famoso balletto con Enzo Paolo Turci, ideato da Boncompagni e coreografato da Don Lurio, che fu censurato per le movenze troppo sexy. “Era il 1970 e l’Italia impazzì – raccontò – perché tutto era proibito. Le ragazze volevano andare in giro come me. Non ero bella, ma sentivo di avere una certa personalità. Volevo vivere di idee, volevo fare la coreografa ed inventare spettacoli senza esserne protagonista”.
“La mia carriera – aggiunse – è stata una sorpresa continua: non ho mai chiesto di fare le cose, sono accadute”. Una carriera folgorante che da raccontare ha dell’incredibile perché ricca di premi e riconoscimenti: Telegatti, dischi di platino, premio alla carriera, riconoscimenti civili. È il 1982 e impazza il suo “Ballo, ballo, ballo da capogiro. Ballo, ballo, ballo senza respiro” che vince il disco d’oro. Dal 1983 al 1985 presentò su Raiuno “Pronto, Raffaella?” , il primo programma di mezzogiorno della Rai che segnò la sua definitiva affermazione come conduttrice, mettendo in risalto non solo le sue qualità di soubrette, ma anche di intrattenitrice e padrona di casa, capace di relazionarsi con uguale empatia sia agli ospiti illustri sia ai telespettatori che telefonavano per partecipare ai giochi del programma, in cui lavorò per la prima volta con Gianni Boncompagni (che ne curò la regia e ne fu autore assieme a Giancarlo Magalli), in concorrenza diretta con “Il pranzo è servito” del suo amico Corrado, col quale condusse anche un’edizione dei Telegatti nel 1991.
Dopo aver lavorato per la Fininvest (1987/1988), alla fine del 1995 tornò su Rai 1 con “Carràmba! Che sorpresa”. Nel programma, inventato insieme a Sergio Japino e Brando Giordani (prendendo ispirazione dal format britannico “Surprise surprise!”) Raffaella coinvolgeva in diretta gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati con persone care (parenti, amici) che non vedevano da molto tempo, architettati insieme con un “gancio”, un complice. Il termine carrambata è rientrato nei vocabolari italiani proprio a raccontare la sorpresa inaspettata, casuale o organizzata, fra persone che non si vedono da molto tempo.
A partire dal 24 febbraio 2016 tornò come coach nel programma di Rai 2 “The Voice of Italy” durante la puntata finale annuncia che abbandonerà definitivamente il programma. Condurrà altre trasmissioni televisive in questi ultimi anni, fino al sopraggiungere alla malattia. Raffaella si è spenta, dopo un tumore che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo piccolo e pure così pieno di energia. Una forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo sì che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L’ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei.
Donna elettrica, dinamica energia positiva, dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli ma di figli – diceva sempre lei – ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad “Amore”, il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore. Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri, ma continuerà a ballare tra le stelle e far brillare di emozione i cuori di tutti noi.
Claudia Gaetani
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