L’indirizzo del Bistrot BiStrani è via Sassari 1 a Torino. E adesso ilpuntoquotidiano.it si mette a fare pubblicità ai locali? Non è così perché questo bar è stato creato da Autismo e Società “per favorire l’inserimento sociale e lavorativo delle persone nello spettro autistico”. Un’esperienza coinvolgente e travolgente che sta dimostrando come pure per soggetti giudicati inabili per qualunque attività (praticamente irrecuperabili) ci sono gli spazi per un graduale e controllato ingresso nel mondo del lavoro.
“BiStrani intende essere uno strumento di conquista del diritto al lavoro e di una vita normale; l’opportunità per persone disabili di poter fare la propria parte e dare il proprio contributo alla società”, si legge sulla pagina Facebook del locale. Con un significativo capovolgimento dei ruoli: “Il soggetto debole, che è debole non tanto per la sua disabilità, quanto per gli approcci puramente assistenziali, diventa forza lavoro, e si afferma come soggetto attivo ed operativo, acquistando così identità e peso sociale”.
BiStrani apre nell’ottobre dello scorso anno e in appena nove mesi di attività conta già tredici camerieri. Per tutta l’attività (lunga e laboriosa) di training, inserimento, affiancamento/tutoraggio degli adulti autistici, Autismo e Società si avvale della preziosa collaborazione dell’Associazione E.L.I.S.A. Nuove Abilità. “Qui assumiamo soltanto persone affette da autismo”, spiega orgogliosamente il gestore Massimo Aureli. “Un luogo comune contro i luoghi comuni pensato per le persone con autismo”, si legge sull’insegna del bar.
La struttura è stata pensata (la prima idea risale al 2017) e realizzata con cura dei particolari e di ogni dettaglio; la progettazione e l’organizzazione degli spazi è stata curata da Teresa Di Vito Curmini de “L’Interior Designer” con la consulenza dell’esperta di autismo Maria Emilia Seira ed il supporto di “Living” che ha realizzato tutto l’arredo.
Per esempio, la scelta dei colori e dei materiali, dell’arredo e della disposizione degli ambienti è stata effettuata tenendo conto delle esigenze e delle problematiche sensoriali delle persone con autismo e del desiderio di creare un locale piacevole ed accogliente; inoltre l’ingresso ha un divisore per creare un flusso ordinato di pubblico perché i ragazzi affetti da disturbi non sopportano il caos E’ stata predisposta anche una stanza destinata alle attività di training, formazione ed informazione e di “rifugio” per i momenti critici dei ragazzi con autismo. In poche parole, lo scopo del caffè torinese è di offrire un luogo normale dove far acquisire agli autistici competenze, autonomia e autosufficienza.
BiStrani non è solo ristorazione, ma anche cultura, formazione e integrazione, con un ricco calendario di eventi informativi e formativi sull’autismo destinati alle famiglie ed agli operatori, a cui si affiancano conferenze sulla storia dell’arte e presentazione di libri. E’ anche luogo di riferimento per festeggiare eventi privati o di lavoro; inoltre è stata allestita una libreria, dove si possono prendere i libri in prestito o leggerli direttamente nell’angolo lettura specificamente predisposto.
“L’obiettivo è stato quello di creare un locale piacevole e accogliente, molto ben strutturato, di bassa stimolazione sensoriale, facile e comprensibile da ‘leggere’ e utilizzare, con percorsi stabiliti e spazi dedicati – spiega Cristina Calandra, presidente di Autismo e Società, in un’intervista -. In altre parole, sono stati predisposti spazi chiaramente identificabili in base alla funzione e all’accesso, per orientare i ragazzi sulle azioni da compiere e sui flussi ideali di spostamento all’interno dei locali, al fine di evitare collisioni e rendere fluidi gli spostamenti durante il servizio. I colori sono morbidi, sono state eliminate le superfici riflettenti dei tavoli e del bancone”.
E ancora: “Abbiamo attivato una collaborazione con l’Associazione ELISA Nuove abilità, un’équipe di educatori e psicologi, per svolgere tutta l’attività di training, inserimento, affiancamento e tutoraggio al BiStrani delle persone adulte con autismo, inclusa la gestione della rete socio-educativa e sociale di riferimento. I ragazzi, infatti, sono stati inseriti in attività occupazionali per un certo numero (soggettivo) di ore settimanali, incominciando – ciascuno secondo le proprie attitudini e risorse – a sperimentarsi in attività di accoglienza dei clienti, preparazione della sala e dei tavoli, riordino, servizio ai tavoli, preparazione di caffè e bevande calde, pulizie”. La conclusione è un inno all’inclusione: “BiStrani sta dimostrando che le persone con autismo, anche di compromissione più severa, possono essere inserite in un contesto normale e lavorativo e, secondo le loro capacità, fare la propria parte. Capacità che, se sostenute, possono crescere e affinarsi nel tempo, trasformandosi in un contributo sempre più efficace e determinante, sia per il contesto lavorativo – non dimentichiamo che, oltretutto, si tratta di persone che rispettano perfettamente le regole e gli orari di lavoro – sia per la propria crescita e affermazione personale”.
Marcello, 40 anni, era infelice e non sorrideva mai, ma da quando opera nel bistrot è cambiato totalmente e sta coltivando una vera e propria passione per il caffè, di cui è diventato un autentico specialista. Inutile aggiungere che ha iniziato a ridere e conversare con i clienti…. Ed è questa la vittoria più bella.
Buona domenica.
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