NUORO – Alte, basse, magre o grasse, tutte le donne hanno sempre fatto uso della biancheria intima. Di pizzo, raso o cotone, sobria o seducente e un po’ erotica, sotto gli abiti delle donne di ogni epoca essa ha fatto sempre bella mostra di sé. La storia della lingerie è lunga parecchi secoli. È proprio all’epoca dei faraoni che si fanno risalire i primi tentativi di coprire le parti intime con indumenti appositi. Le donne nobili del tempo cominciarono a sfoggiare sotto le tuniche la prima sottoveste, una seconda tunica a contatto con la pelle. Anche nell’antica Roma, caput mundi, città cosmopolita, a causa del senso del decoro spesso normato da severissime leggi, e dello scarso amore degli antichi romani per il seno in vista, soprattutto se prosperoso, si utilizzavano piccoli stratagemmi per coprire il décolleté femminile. Uno su tutti, il “mamillare”, cioè una fascia in cuoio per appiattire il seno.
Durante il sedicesimo secolo Caterina de’ Medici cominciò a fare uso di mutande, o meglio vaporosi mutandoni di pizzo o pelle d’uovo, per nascondere le parti intime durante le sue passeggiate a cavallo. Ma è durante il Rinascimento che la civetteria delle donne iniziò ad essere appagata da crinoline, corsetti e bustini. In questa epoca di cambiamento e rinascenza, dove la figura umana acquista un valore e un peso mai avuto prima, la biancheria intima comincia ad assumere un nuovo ruolo: da capo di abbigliamento per nascondere le forme del corpo a strumento atto ad esaltare il buon gusto, la ricerca dell’erotico e la bellezza femminile. E per questo che, dando un nuovo valore al corpo che non doveva più essere celato sotto tuniche informi, spesso monocromatiche, le donne hanno cominciato a strizzarsi in strettissimi corsetti, retti da stecche di balena e chiusi con dolorosi lacci, per assottigliare il fisico, mettendo in evidenza alcune parti del corpo volutamente lasciate scoperte, seni prosperosi in bella vista e vitini da vespa invidiabili. Indossarli era un sacrificio compiuto all’unico scopo di adeguarsi a un modello di bellezza condiviso.
E’ da questo momento in poi che essere femminili, o apparire tali, diviene una libera scelta del mondo femminile e ciò porterà ad una vera rivoluzione nel ventesimo secolo, nel 1900. Solo in questa epoca si comprende anche l’uso pratico della lingerie, soprattutto quando si scopre l’uso del reggiseno inventato nel 1889 da una bustaia parigina e brevettato nel 1914 da una donna di New York. E’ in quest’epoca che si può assistere ad una vera evoluzione della biancheria intima. I mutandoni, che prima ben si prestavano a stare semi-nascosti sotto abiti vaporosi e multistrato, diventano prima culotte e poi slip, fino a scomparire quasi del tutto con l’invenzione del tanga, tipo di biancheria intima di dimensioni estremamente ridotte, consistente in una parte anteriore triangolare di tessuto e da una striscia sottile nella parte posteriore. E’ un ornamento tipico della cultura detta di Marajó, località del Brasile settentrionale, che viene ancora utilizzato come unico capo di abbigliamento da alcuni gruppi abitanti alla foce del Rio delle Amazzoni. La grande popolarità dell’indumento deriva da una ragazza brasiliana, Rose di Primo, che nel lontano 1972 ha tagliuzzato il suo costume per farsi notare a una festa nella spiaggia di Ipanema, a Rio de Janeiro e da quel momento si è avuta la diffusione del succinto indumento sulle spiagge del Brasile.
Ma non ci si può esimere dal citare anche il perizoma, indumento usato dalle popolazioni primitive per coprire i genitali, ma anche un tipo moderno di biancheria intima o di costume da bagno sia in versione femminile sia in versione maschile. È costituito da un frammento di stoffa ridotto sul davanti, mentre sul retro assume diverse forme: striscioline o triangoli di stoffa, elastici, cordoncini che lasciano scoperti i glutei. Spesso viene confuso col tanga ma è più coprente del “fratello brasiliano”. Storicamente, capi simili ai moderni perizomi erano utilizzati da molte popolazioni antiche, infatti numerosi reperti archeologici come vasi o terracotte dimostrano la diffusione del perizoma nel bacino del Mediterraneo. Nell’antico Egitto, soprattutto durante la I Dinastia, veniva usato un perizoma di cotone, spesso abbinato a una cintura; quello di schiavi, soldati e contadini era semplice, più raffinato e con alcuni ornamenti quello di giudici, sacerdoti e re. A Creta, durante la civiltà minoica, era indossato da atleti e acrobati, come documenta l’affresco della taurocatapsia, nell’antica Grecia era usato dagli atleti per facilitare i loro movimenti o nei bagni termali. Fu usato dagli Etruschi e anche nell’antica Roma, dove era chiamato subligaculum. Il perizonium, invece, era una variante più semplice, realizzata con teli di lino, identico a quello utilizzato nelle immagini della crocifissione di Gesù dall’iconografia cristiana. Ancora oggi diverse tipologie di perizoma sono presenti anche in numerose tribù primitive, in particolare modelli in pelle e/o fibre vegetali.
Sebbene solo l’idea ci faccia sorridere, nei tempi moderni ha iniziato a diffondersi non solo come indumento femminile, ma anche come indumento maschile. Esso è stato introdotto all’inizio degli anni ottanta, anche se ad oggi l’uso da parte degli uomini è abbastanza limitato, soprattutto in Italia, sebbene alcuni lo scelgano per la sua praticità, perché sostiene bene l’anatomia dei genitali e anche per una valenza erotica. Come è possibile notare quindi la lingerie, che si tratti di sottovesti, culotte, corsetti, slip o reggiseni si è sviluppata ed evoluta nel tempo in nome di una parola d’ordine, che va di pari passo con la voglia di emancipazione femminile: “libertà”. Oggi l’esigenza di ogni donna è quella di coniugare la comodità con l’estetica, per non rinunciare a sentirsi bella. I capi di biancheria intima dell’era moderna infatti sono in grado di unire sapientemente femminilità, praticità e soprattutto comfort dovendo le donne, per esigenze lavorative, spesso intrattenersi tante ore fuori casa. Tante ditte specializzate nella biancheria intima soprattutto femminile infatti adottano questa politica di marketing che declina con i prodotti offerti queste necessità del mondo femminile.
Il reggiseno a balconcino, ad esempio, se sostenuto da un ferretto non troppo invasivo, abbraccia le forme, valorizzandole al meglio, sostenendole alla perfezione, senza rinunciare all’eleganza se infatti può essere prodotto non solo in fibra di cotone ma anche e soprattutto in pizzo. Ecco nascere pertanto body con ferretto, senza cuciture sulle coppe, preformati e comodissimi, dai tessuti leggeri, che fasciano il corpo sinuoso delle donne e fanno scivolare ogni abito in modo delicato e sofisticato, o coppe di reggiseni delle più svariate tipologie. Il seno grande e abbondante, infatti, ha bisogno di un’attenzione in più per evitare di sciuparlo e di renderlo troppo cadente sin dalla più giovane età. Ed è proprio per aiutare le donne a sentirsi belle e sensuali in qualsiasi abito e per valorizzare un bel seno abbondante alcune ditte specializzate hanno deciso di produrre tutto ciò che serve per vestire di raffinatezza i punti più nascosti che spesso non apprezziamo tanto o possono metterci a disagio.
Indossare della biancheria intima bella e di qualità è fondamentale per cominciare bene la mattina e per sentirsi a proprio agio tutto il giorno. L’intimo infatti sta a contatto con la pelle di zone particolarmente sensibili per diverse ore e quindi non deve provocare irritazioni e fastidi, perciò deve essere confortevole, ma tutte noi vogliamo anche apparire belle e seducenti. Perciò la scelta di un capo di lingerie deve fondere insieme la duplice necessità di ogni donna di coprire-scoprire il proprio corpo adattando il capo alle necessità giornaliere e garantendole il giusto confort senza però privare ogni creatura di questa terra della propria sensuale femminilità.
Virginia Mariane
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