ROMA – In questo autunno, nelle istituzioni liriche, ha fatto la sua comparsa un’ondata di fascinazione per l’Antico e per il mondo archeologico. Il 4 settembre, nel Chiostro di Campitelli al Teatro di Marcello, la rassegna dei Concerti del Tempietto ha proposto il film “Orfeo 9”, ideato da Tito Schipa Junior e inscenato al Teatro Sistina nel 1970: si è voluto riproporre il mito greco di Orfeo ed Euridice, visto con gli occhi di un giovane figlio della contestazione degli anni ‘70.
Al Teatro dell’Opera ad inizio settembre, la “Serata Preljocaj” ha inteso non tanto illuminare temi mitologici affrescati sulle pareti di Palazzo Farnese, quanto offrire una inedita lettura dell’ardito coreografo francese, del tema sacro – ma coevo con la storia e l’arte greco-romana del I° secolo a.C. – della “Annunciazione” a Maria della prossima nascita di Gesù, da parte dell’Angelo Gabriele. La scena era affidata a due danzatrici: Rebecca Bianchi (la Vergine) e Annalisa Cianci (Gabriele), e bellissimo è stato il breve momento in cui l’Angelo ha percorso col viso il corpo di Maria, inseminandola: questa era l’imprevista novità promessa da Preljocaj, intesa a dare i brividi agli spettatori: ed era infatti cosa da brivido, propria di un grande coreografo.
Ora ci attende – dal 4 al 13 ottobre – “Alceste” di Christoph Willibald Gluck, sempre al Teatro dell’Opera. Il soggetto è ripreso dalla tragedia del secolo V di Euripide , racchiusa nel libretto di Ranieri de’ Calzabigi che seguì Gluck nella sua riforma dell’Opera lirica: ma la presente edizione con testo più breve è quella della versione parigina del 1776. Il mito narra che il re di Tessaglia Admeto è in punto di morte: la disperata regina Alcesti ottiene da Apollo la salvezza del marito se un altro si offre di morire al suo posto, cosa che né i figli né i di lui genitori intendono fare.
Si offre la pura Alcesti salvando così Admeto, che però immagina l’accaduto. Gli viene incontro il semidio Ercole, che segue nell’Ade Alcesti, cercando di strapparla alla morte: ed Apollo, commosso dal coraggio di Ercole, consente il ricongiungimento di Admeto con la sposa Alcesti sulla terra. E’ questa una tragedia antica con raro finale lieto. L’opera musicale sarà diretta da Gianluca Capuano e come maestro del Coro, qui per l’ultima volta purtroppo ahimè (né conosciamo il motivo), ci darà il suo stupendo tocco Roberto Gabbiani. Alla regìa e coreografia, con ballerini della Compagnia Eastman di Anversa impiegati come elementi del coro, avremo il notissimo belga Sidi Larbi Cherkaoui. Alceste avrà la voce del mezzosoprano Marina Viotti, e Admeto quella del tenore argentino Juan Francisco Gatell. Ma molti saranno solisti e coristi.
Paola Pariset
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