NAPOLI – Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato una delibera per cercare di regolamentare i cosiddetti “corner”, le attività di raccolta scommesse esercitate in modo non esclusivo e in ogni caso accessorio in locali come bar, tabaccherie ed altri esercizi pubblici e commerciali in cui sono istallati apparecchi automatici con vincite in denaro. Molti esercenti in modo del tutto volontario ed autonomo hanno rinunciato a questi spazi, sensibilizzati a quanto danno arrecavano a uomini, donne e anche minori vittime del gioco. In ogni caso anche le aperture di nuovi corner e l’istallazione di slot dovranno rispettare le distanze minime dai luoghi sensibili come ad esempio le scuole.
Come ci si può ammalare per un gioco? Accade ed è più frequente di quanto si creda. Partendo certo da una propria fragilità, da una spasmodica ricerca di una felicità terrena, credendo che questa possa essere ottenuta con i soldi. Una illusione che, per un caso fortuito, si ottenga una svolta di vita con un minimo sforzo. Un gratta e vinci, una puntatina alle macchinette: perché non può capitare a me? Proprio a me ed è qui l’inizio di un vortice da cui non si può più uscire o almeno non da soli. Il gioco quando diventa dipendenza smette di essere gioco e diventa ossessione e per far fronte ai debiti man mano accumulati si ricorre a tutto, cominciando dai prestiti dei familiari, poi vendendo ogni bene (gioielli, innanzitutto) e via via arrivando agli usurai.
Ma la grande perdita non è meramente materiale, ma come in tutte le dipendenze si perde se stessi. Gli affetti vengono meno e l’ossessione invade il proprio tempo. ma come si fa ad aiutare chi non sa di aver bisogno di essere salvato? Anni fa la Lotteria Italia soddisfaceva il desiderio del sogno di svolta, una consuetudine collettiva che però si concludeva il 6 di gennaio nell’enunciazioni dei biglietti vincenti. E poi la schedina della domenica, un rito anche questo per gli amanti del calcio. I giochi di azzardo, le bische sempre esistite, ma circoscritte ad una fetta minoritaria, quelli che frequentavano i casinò. Oggi con internet l’azzardo è alla portata di un click e anche molti ragazzi ne sono attratti.
Le possibilità di vincere sono di fatto irrisorie e se pur si vince la felicità del momento è solo benzina per ricominciare a riprovarci ancora, un altro giro, l’ultimo, un’altra corsa verso il buio. Solo recentemente l’accanimento al gioco di azzardo, è riconosciuto come patologia e la Asl se ne fa carico, paradossalmente investendo sulla cura senza pensare di prevenire la malattia, lo Stato anzi incoraggia il gioco con esplicite pubblicità facendo cassa sulla fragilità umana.
Uomini, donne, ragazzi ed anche i più piccoli cadono nell’inganno della scommessa. Spesso, la cronaca ci dice che, dove ci sono giri di soldi, la criminalità organizzata è sempre coinvolta, addirittura la malavita chiede il pizzo versato sulle macchinette da loro controllate. I
Il monito è non sottovalutare una vera e propria patologia che, come qualsiasi malattia, va curata prima che diventi irreversibile con conseguenze socio-affettive disastrose.
Angela Ristaldo
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