/, Sezione 1/Quando i cuori non invecchiano…

Quando i cuori non invecchiano…

di | 2024-01-03T17:50:11+01:00 7-1-2024 5:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

MILANO – “Il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono”: sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante la Messa del primo gennaio del 2024 celebrata nella Basilica di San Pietro, in occasione della solennità di Maria Santissima Madre di Dio. In seguito ha sottolineato come “nessuno meglio della Madre conosca i tempi e le urgenze dei figli” ed invocato il sostegno al proposito e all’impegno di essere operatori di pace nel corso del nuovo anno.

Madre e figlio, litografia di Henry Matisse

La sua omelia, anche per i non credenti, può divenire il simbolo dell’amore disinteressato fatto di rispetto e dello “star bene” dell’altro e con l’altro, di gentilezza, di solidarietà per abbattere ogni barriera ed instaurare relazioni fraterne in società che devono diventare più giuste, più umane, più pacifiche. Sentirsi accettati, amati è sicuramente la base della crescita serena ed equilibrata di ogni essere che, a sua volta, potrà così costituire un sicuro sostegno per gli altri; è inoltre innegabile che tra un figlio ed i suoi genitori il rapporto ancor più si connoti in maniera simbiotica. La saggezza delle madri, nei rapporti familiari, evocata dal Papa fa ritornare alla mente il racconto su Salomone e la sua saggezza, tratto dal primo libro dei Re.

Egli – secondo le scritture – scoprì la vera madre di due neonati di cui uno solo vivo. Quando due donne si presentarono dinanzi a lui per rivendicarne la maternità, Salomone propose di dividere il corpo del piccolo vivo e darne la metà a ciascuna di loro: “Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all’una e una metà all’altra”. La sua ponderata decisione così permise di scoprire la vera madre che, sconvolta, arrivò a rinunciare al figlio pur di salvargli la vita e rispose: “Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!”, mentre l’altra affermò: “Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!”.

San Tommaso d’Aquino

Dante, proprio per questo, colloca Salomone fra gli spiriti sapienti nel IV Cielo del Sole dove viene presentato da San Tommaso d’Aquino (Canto X, Paradiso). Il beato indica Salomone senza farne il nome e sottolinea che in lui vi fu un tale sapere che “a veder tanto non surse il secondo” (non nacque un altro uomo di pari saggezza). I cuori delle madri e delle donne che “vedono” oltre l’egoismo e l’istinto di possesso è stato infinite volte cantato in letteratura, toccando sfere diverse della nostra sensibilità: dalla tenerezza di “E quando il mio cuore con un ultimo battito//avrà fatto cadere il muro misterioso della morte//per condurmi, o madre, al cospetto di Dio//tu mi darai la mano come da bambino” (La madre, G. Ungaretti,1930); al vuoto inconsolabile della perdita in “Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.//Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…” (Supplica a mia madre, Pasolini ,1962); al sorriso caldo, inclusivo e rasserenante di “Sorridi donna//sorridi sempre alla vita//anche se lei non ti sorride. […] Il tuo sorriso sarà//un bacio di mamma,//un battito d’ali,//un raggio di sole per tutti” (Alda Merini 1931-2009).

Il poeta Giuseppe Ungaretti

Il volto delle donne e delle madri che amano, si sacrificano in silenzio, comprendono senza le parole è il soggetto di numerose opere in tutte le espressioni artistiche, ma resta soprattutto come ricordo indelebile e rassicurante nel cuore di ognuno di noi. Quelli di una certa età ricorderanno che una delle frasi con cui le madri spesso esternavano il loro affetto era semplicemente “Hai mangiato?”, quasi a voler colmare col cibo qualsiasi mancanza. Appartenevano alla generazione che aveva “conosciuto – si dice così – la guerra”, sofferto la fame e vissuto sulla propria pelle di adolescenti la paura causata dalla guerra. I loro racconti erano intrisi dell’odore del caffè di cicoria, oscuri quanto il buio dei rifugi antiaerei o del mercato nero, freddi come il gelo delle armi; riflettevano spaccati di vita di chi, pur tra le difficoltà del secondo dopoguerra, sorrideva ed era fiducioso in un futuro di pace e ricostruzione.

Alda Merini

Immagini di una felicità semplice (fissati per sempre da una foto-tessera in bianco e nero e tuttavia irradianti luce), di serenità quotidiana, familiare che accompagnano tutti noi in un percorso di vita che continua, anche dopo la loro scomparsa. Le parole del Papa invitano, in definitiva, a vivere in quell’amore che si coltiva soprattutto nel silenzio, che sa concedere spazio all’altro, rispettandone la dignità, lasciando la libertà di esprimersi, rigettando ogni forma di possesso, sopraffazione e violenza.

Sentimento che si coglie magistralmente espresso nei versi tratti dalla lirica “Tra le tue braccia” di Alda Merini dedicati alla madre, ma quasi per una naturale trasposizione, a chiunque ami in maniera disinteressata: “C’è un posto nel mondo//dove il cuore batte forte, //dove rimani senza fiato, //per quanta emozione provi, //dove il tempo si ferma//e non hai più l’età;//quel posto è tra le tue braccia//in cui non invecchia il cuore, //mentre la mente non smette mai di sognare…”.

Adele Reale

Nell’immagine di copertina, Il giudizio di Salomone di Raffaello Sanzio

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi