PALERMO – Il Sole 24 Ore ha pubblicato a fine novembre lo studio che, per il trentaquattresimo anno consecutivo, prende in esame la qualità della vita nelle 107 province italiane. I risultati dell’indagine sono sconfortanti per i nove capoluoghi siciliani, che si posizionano tra l’86esimo e il 106esimo posto della classifica nazionale.
Tra le nove città, il miglior piazzamento è quello di Ragusa, appunto ottantaseiesima, seguita da Messina (89esima) e da Enna (90esima), che è l’unica a guadagnare posizioni rispetto al 2022 (+10).
Le altre sei province si piazzano in fondo alla classifica e peggiorano le loro posizioni anche rispetto allo scorso anno: Catania è 92esima, Agrigento e Palermo rispettivamente 94esima e 95esima (Agrigento perde otto posizioni e Palermo sette), Trapani 99esima (scivola più in basso di sei posti), Siracusa 104esima, Caltanissetta 106esima. Quest’ultima precede solo Foggia, ultima in assoluto nella graduatoria.
Da sottolineare il dato negativo di Siracusa, che arretra di ben 14 posizioni rispetto al report del 2022. Tra i fattori che hanno fatto precipitare Siracusa in fondo alla classifica, la bassa speranza di vita (nel 2022 è stato registrato un picco di decessi per le ondate di calore estivo), il numero elevato di imprese in fallimento, il ‘gender pay gap’ (il divario retributivo di genere, cioè la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini), il numero assai basso di lavoratori domestici regolari.
Le città siciliane condividono con le consorelle del Sud Italia il piazzamento negativo. I risultati dello studio di quest’anno evidenziano infatti, ancora una volta, la concentrazione delle città del Mezzogiorno in fondo alla graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che si piazza al 23° posto.
Le dieci città italiane dove si vive meglio si trovano invece tutte al nord e sono, nell’ordine, Udine, Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze, Modena, Milano, Monza e Brianza, Verona.
Come già nell’anno d’inizio dello studio, il 1990, la ricerca del Sole 24 Ore prende in esame sei macrocategorie tematiche: 1) ricchezza e consumi; 2) affari e lavoro; 3) ambiente e servizi; 4) demografia, società e salute; 5) giustizia e sicurezza; 6) cultura e tempo libero. Ciascuna macrocategoria è a sua volta composta da 15 indicatori.
Il report, sempre pubblicato alla fine dell’anno esaminato, analizza i dati consolidati relativi ai mesi precedenti. Ma alcuni parametri sono aggiornati al 2023, con l’obiettivo di tenere conto degli effetti degli eventi e dei cambiamenti che hanno caratterizzato l’anno in esame, perché in alcuni ambiti i soli dati dell’anno scorso sarebbero risultati superati e avrebbero restituito una fotografia ormai invecchiata rispetto all’attualità: nell’indagine appena pubblicata si contano 46 parametri aggiornati al 2022 e ben 36 al 2023.
Tra gli indicatori di quest’anno, alcuni – il numero dei progetti finanziati dal PNRR, l’indice di solitudine, l’aumento delle temperature e l’impatto sulla salute delle ondate di calore, le farmacie, le famiglie con Isee sotto i 7mila euro, il gender pay gap, il consumo di farmaci contro l’obesità – non erano mai stati usati in precedenza.
Ci sono infine nello studio degli indici sintetici che aggregano più parametri (Qualità della vita di giovani, bambini e anziani, Qualità della vita delle donne, Ecosistema urbano, Indice della criminalità, Indice di sportività, Indice del clima).
L’aumento progressivo degli indicatori (prima erano 42, ora sono 90), proposto già dal 2019, consente di misurare in modo più preciso i fattori della qualità della vita. Gli indicatori sono tutti certificati e sono forniti al Sole 24 Ore da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca, tra cui, ad esempio, Ministero dell’Interno o della Giustizia, Istat, Inps, Agcom, Siae e Banca d’Italia.
Allora, agli amministratori dei territori siciliani non resta che rimboccarsi le maniche per cercare di risalire la china. Nella consapevolezza che non basterà un ipotetico e discutibile ponte di cemento a colmare la distanza tra Udine e Caltanissetta…
Maria D’Asaro
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