MILANO – Ha poco piú di 240 anni, la prima giornata dedicata ai lavoratori, precisamente sarebbe datata 5 settembre 1882. In quella giornata storica, i Knights of Labor, i cavalieri del lavoro, organizzarono una manifestazione a New York, in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America. Due anni dopo stabilirono che la manifestazione avvenisse ogni anno.
Il mese di maggio fu scelto per gli incidenti, che occorsero nei primi giorni di maggio del 1886, durante la rivolta di Haymarket, Chicago. Infatti, dopo 19 anni dall’anniversario dell’entrata in vigore della prima legge sulle otto ore lavorative giornaliere, Chicago partecipò allo sciopero generale, sopra tutti la fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone diversi altri.
Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine, gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket Square, piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio, quando fu lanciata una bomba che provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina. A quel punto la polizia sparò sui manifestanti. Con un numero considerevole di vittime e nessun colpevole per quello che fu il primo attentato dinamitardo nella storia degli Stati Uniti. Le notizie dei tragici eventi di Chicago si estesero anche in Europa. Così al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, adottata in molti paesi nel mondo. In Italia la festa dei lavoratori fu introdotta già nel 1891, e la nostra Costituzione ricorda all’articolo 1 che «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
Di lavoro hanno parlato scrittori, poeti e filosofo. Per Joseph Conrad «il lavoro non mi piace, ma mi piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare sé stessi. La propria realtà, per sé stessi, non per gli altri, ciò che nessun altro potrà mai conoscere». Queste sono invece le parole di Adriano Olivetti: «Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, che non giovi a un nobile scopo». Mark Twain invece scriveva che il segreto del successo nella vita è fare della tua vocazione il tuo divertimento, mentre Voltaire diceva che «il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno». Concludeva Primo Levi che «amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra».
Dagli anni ’90, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: manifestazione che si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, e contestualmente anche a Taranto, città emblema dei lavoratori dell’Ilva, quando dal 2013 viene annualmente organizzato un controconcerto: il concertone è organizzato dal Comitato dei Cittadini Liberi e Pensanti, con la direzione artistica di Michele Riondino, Roy Paci e Antonio iodato, si tiene nel parco archeologico delle mura greche, prevede la partecipazione di numerosi artisti, a titolo gratuito, assieme ad importanti interventi di associazioni e comitati, con attività di denuncia e lotta per i diritti umani, dell’ambiente e, naturalmente, dei lavoratori.
Il diritto al lavoro è stato spesso negato ed è diventato un miraggio per molti, uomini e donne. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo dice che «ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale». Dignità umana, ancora, molto spesso calpestata.
Claudia Gaetani
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