ROMA – «Sono molto curiosa, faccio quello che mi piace, mi sento in crescita, e posso fare a meno di tutto tranne che di me». Lo ha detto Arisa in video conferenza alla presentazione della canzone “Potevi fare di più” che segna la sua settima partecipazione al festival di Sanremo. “Potevi fare di più” è stata scritta da Gigi D’Alessio. «L’ho scelta perché ho sentito una grandissima verità nel testo, una vera autenticità. Questa canzone mi ha fatto provare le stesse emozioni dell’autore, tanto è vero che penso di cantare un sentimento napoletano». Il brano parla di un momento di liberazione da una relazione tossica. «Mi rispecchio tantissimo nella storia e penso che gli amori tossici possono capitare a tutti – ha osservato –. Tutte le cose che ci arrivano sono delle prove. Il messaggio che voglio dare alle donne è avere la consapevolezza che nella vita bisogna essere felici, prendersi la responsabilità che le cose cambino: si può fare».
“Potevi fare di più” racconta la storia di una donna che cerca la forza di dire basta ad un amore che si è spento e ai continui tentativi di tenerlo in piedi. «È una storia di libertà e consapevolezza – ha sottolineato – Non riesco a cantare le cose che non mi appartengono e che sono il riflesso di quello che sono oggi anche se condivise da moltissime persone». La musica del brano non si discosta tanto dai suoi successi “Sincerità”, “Malamorenò”, “La notte”, “Meraviglioso amore mio” e “Controvento”. «Le sonorità sono un po’ sognanti, soffici – ha sostenuto –. Non penso ci sia qualcosa di soul ma suoni melodici e delicati: son di Pignola, in Basilicata, e non posso essere una cantante di colore». Nulla trapela sul brano che Arisa proporrà nella serata delle ‘cover’. «Posso solo dire che ho scartato “O’ scarrafone” di Pino Daniele – ha accentuato – Ne ho scelta un’altra altrettanto bella e mi sarebbe piaciuto avere come partner Stewie Wonder». Arisa è alla settima partecipazione al festival di Sanremo che ha vinto nel 2009 nella categoria Nuove Proposte con il brano “Sincerità” e nel 2014 nella categoria Campioni con “Controvento”; nel 2015, inoltre, Arisa è stata co-conduttrice della 65. edizione del festival insieme a Carlo Conti, Emma e Rocio Munoz Morales.
«Quest’anno sarà diverso – ha confessato – Le difficoltà che vivono le persone che vanno a lavorare ogni mattina noi non ce le abbiamo noi cantanti: non è la morte. Per motivi precauzionali ho preso una casa dove ci sarà tutto il mio staff per vivere in armonia e ovviare a quello che ci mancherà». Come sarà il festival di Sanremo per Arisa in questo periodo di pandemia. «Questo sarà un festival speciale, perché al di là di come andranno le cose, sarà il segno della ripartenza. – ha ribadito – Non vedo l’ora di tornare a cantare e di farlo proprio sul palco dell’Ariston, un palco per me molto importante e di condividere la sensibilità di questo brano. Se tanto ti dà tanto, qualcosa devi restituire: è un inizio di ripartenza e di adattarsi alle situazioni più difficili, o quanto meno a provarci». Arisa dovrà rinunciare anche a tutto il corollario della città dei fiori. «Mi mancherà il passeggio dentro Sanremo con la calca, la gente, l’imitatore di Pavarotti, di Nilla Pizzi – ha precisato – Ci vado da tanto e ci mancherà tutto questo. Mi mancherà soprattutto il pubblico che riflette se canti bene o no, che lascia intravedere dai loro occhi quello che pensano della tua canzone e dell’interpretazione».
Il lockdown Arisa lo ha vissuto come tutti. «Ci ha messo a dura prova e alcune famiglie si sono ritrovate disarmate, si è lavorato poco – ha ricordato – Ho fatto dei giorni di mare la scorsa estate, concerti molto piccoli, uno alla Versiliana come se fosse stata la prima volta perché mi sono accorta di quello che succedeva intorno. Ho sofferto tantissimo non avere il contatto con il pubblico e alla Casa del Jazz a Roma ma l’ho salutato dalla finestra come fa il Papa». La canzone sanremese sarà contenuta nel suo prossimo album di inediti in uscita fra aprile e maggio. «Ci sto lavorando e credo di poter dire di essere padrona di quello che uscirà – ha confidato – Ci sarà il consenso di tutti i miei collaboratori e i loro consigli. Mi esorcizzano i capitoli della mia vita attraverso le canzoni e ne faccio dei momenti importanti: quando sarò una nonnina canterò per i nipoti».
Con questo Sanremo Arisa ha abbandonato l’idea di accasarsi con una etichetta tradizionale come lo sono state la Warner e la Sugar per rendersi indipendente. «Ora posso decidere i tempi, le canzoni da interpretare – ha ammesso – Ero inesperta e non avrei mai potuto essere padrona assoluta delle scelte artistiche: oggi sono più coraggiosa e più consapevole, e vado avanti per far conoscere il mio reale stile». Nel corso della sua carriera Arisa si è contraddistinta per il suo raffinato timbro vocale e per la sua versatilità; oltre alla carriera nella musica ha anche lavorato nel mondo cinematografico, come attrice e doppiatrice, e in ambito televisivo, come giudice di importanti talent show (X Factor e Amici) e come presenza fissa in programmi televisivi (Victor Victoria – Niente è come sembra). «Per me la voce deve essere anche estetica – ha riflettuto – Penso che sia molto importante vestire una canzone, e cambio perché mi dà altri punti di vista, come anche mi immedesimo molto nelle persone che ho vicino: ho imparato a vestire la mia voce con il mio corpo». L’artista non sa ancora come si muoverà prossimamente per presentarsi dal vivo, anche perché tutto dipenderà dalla evoluzione della pandemia. «Penso sempre a cantare dal vivo, e ci sto pensando – ha fatto notare – Canterei dappertutto, l’ho sempre fatto, non mi sono mai tirata indietro: non vedo l’ora che si riparta a gonfie vele perché sono sulla terra per fare questo».
Franco Gigante
Le foto di Arisa sono di Bogdan Plakov
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