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Pizza sospesa, Napoli “chiama” Philadelphia

di | 2020-05-22T14:45:50+02:00 24-5-2020 6:35|Attualità, Enogastronomia, Sezione 8|0 Commenti

NAPOLI – Città eclettica per eccellenza; città variopinta e difficile sotto diversi aspetti. Napoli è “una carta sporca” per qualcuno e straordinaria per tanti. Sicuramente tra le città più belle al mondo ma ricca anche delle solite vecchie e risapute contraddizioni. Tanti sono gli aspetti da curare, tante le ombre. E purtroppo, a causa anche di alcuni personaggi che cercano di trarne vantaggio e pubblicità, Napoli continua ad essere presentata per il versante ombroso, scuro come se questi aspetti fossero assenti in altre parti dell’Italia o del mondo.  Su di una cosa non si può discutere e neanche scherzare: Napoli ha una passionalità, una “romanticità”, un cuore immenso che, di sicuro, non si trova altrove. Anzi, questa cor-dialità, nel suo significato etimologico più vero, se è presente altrove ha avuto il suo avvio proprio nella città partenopea.

La pizzeria Concettina ai Tre Santi di Ciro Oliva

L’antica e consolidata usanza del “caffè sospeso” è ben nota ormai in tutto il mondo: consiste nel pagare due caffè ma berne solo uno, in modo da lasciarlo a una persona bisognosa che non se lo potrebbe permettere altrimenti. Un po’ meno conosciuta è quella della “pizza sospesa”, che si rifà agli stessi principi del caffè adattandosi ad un altro prodotto tipicamente napoletano come la pizza, diventata “patrimonio dell’Unesco”.

L’iniziativa della “pizza sospesa” non è recentissima: da anni, infatti, diversi locali, tra cui la pizzeria Concettina ai Tre Santi di Ciro Oliva, che si trova nel rione Sanità, ha fatto sua questa iniziativa. La lavagna posta all’ingresso della pizzeria, del resto, tiene sempre aggiornati il dato delle pizze sospese e ricorda ai clienti che si può aderire in qualunque momento all’iniziativa. E’ lo stesso Ciro Oliva che spiega come nacque l’idea, durante un incontro tra lui, il padre ed alcuni amici. E subito, fu accolta con entusiasmo. “E’ passato un po’ di tempo – racconta – ma devo dire che la pizza sospesa rimane una delle iniziative di cui, noi Oliva, andiamo più fieri. Vedere quella lavagna all’ingresso di Concettina ai 3 santi aggiornarsi di volta in volta, rappresenta un vero motivo di orgoglio”. Anche in Argentina, paese in cui la presenza italiana è fortissima, è nato già da tempo il “café pendiente”, a cui col tempo si è anche sommata la “empanada pendiente”, ovvero il medesimo esperimento solidale ma con l’aggiunta delle empanadas, i tipici fagottini di pasta ripieni di carne diffusissimi in Spagna e in tutta l’America Latina. Insomma, un po’ come accaduto nel Rione Sanità, con la pizza sospesa.

L’iniziativa ha raggiunto l’apice del successo durante il Napoli Pizza Festival. Tanti hanno aderito, sono state sfornate centinaia di pizze per tutti i senza tetto ed i poveri della città. In molti hanno pagato un sovrapprezzo per contribuire in parte alle spese. Anche nel 2015 per la festa dei lavoratori, è stato fatto un gesto simile per i più bisognosi e i disoccupati colpiti dalla crisi economica. Tuttora è possibile parteciparvi, infatti in svariati ristoranti e pizzerie si possono lasciare pochi euro per far avere poi una pizza intera a qualcun altro.

Questo atto di generosità incondizionato ha suscitato l’ammirazione del mondo intero. In particolare, in alcune città dei ristoranti hanno deciso di riproporla per dare il loro sostegno. Ad esempio a Philadelphia da Rosa’s Fresh Pizza i clienti lasciano una piccola somma e i bisognosi che ne usufruivano affiggono un post-it colorato come ringraziamento. Nel giro di solo un anno sono stati contati circa diecimila messaggi.

La generosità dell’animo napoletano non manca mai di sorprendere. L’uomo, del resto, ha sete di affetto, di generosità, di amore. Questi piccoli gesti riducono sensibilmente le distanze, riportano ad una essenzialità che questo periodo di pandemia ha messo in risalto. Non più l’eccesso, la mondanità, il superfluo come ha accennato più volte il papa in questo periodo, ma l’essere vicini, essere aperti e disponibili alla misericordia reciproca perché così è, al fondo, il cuore di ogni uomo.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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