//Scende la pioggia, ma non la “conserviamo”

Scende la pioggia, ma non la “conserviamo”

di | 2023-05-14T00:51:08+02:00 14-5-2023 6:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Il maltempo degli ultimi giorni fa dimenticare la primavera che sembrava essersi insediata in maniera abbastanza stabile. E invece l’Italia intera sta facendo i conti con pioggia e temporali, persino nevicate (in molte località del Veneto e del Trentino Alto Adige si sono depositati al suolo tra i 10 e i 50 centimetri di neve, con una bufera sulla vetta della Marmolada). Un’ondata che non si attenuerà a breve. La pioggia ha causato disagi alla viabilità e gravi danni in diverse zone con allagamenti, smottamenti e frane.

L’ondata di precipitazioni ha favorito anche l’aumento della portata di torrenti e fiumi, in molti casi ridotti da settimane di siccità, ma “quanto queste piogge potranno contribuire a risolvere l’insufficienza idrica, lo si potrà vedere solo nelle prossime settimane”, commenta Massimo Gargano, direttore generale di Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni). “Si sta riproponendo – continua – la situazione del 2022, quando uno sprazzo di primavera piovosa fece sperare in un’inversione di tendenza, dopo l’inverno più arido da 70 anni. Quando le piogge esaurirono i benefici sul clima, le anomalie di temperatura si acuirono, con le conseguenze che ancora si riverberano sulla scarsità di risorsa idrica”.

In sintesi, è venuta giù tanta acqua (anche troppa…), ma i problemi generati da un lungo periodo di scarsissime precipitazioni restano intatti. La spiegazione arriva direttamente da Francesco Vincenzi, presidente di Anbi: “Su ampie zone del Nord, ad un lungo periodo di siccità stanno seguendo abbondanti piogge, il cui apporto non è però tesaurizzabile per la mancanza di adeguate infrastrutture di stoccaggio”. Insomma piove poco, è vero, ma quando finalmente Giove Pluvio decide di aprire le cateratte del cielo, non sappiamo conservare ciò che la Natura ci offre: “È una potenziale ricchezza d’acqua – osserva Vincenzi – che rischiamo di rimpiangere da qui a qualche settimana con l’arrivo del grande caldo. È necessario programmare un futuro idrico che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il ripetersi degli stati d’emergenza. I progetti ci sono”.

Eccolo, qual è vero il vero problema, al di là dei cambiamenti climatici sui quali peraltro si fa ben poco e non solo in Italia: quando l’acqua arriva non solo spesso fa danni perché abbiamo alterato l’equilibrio naturale con interventi inutili e dannosi (si pensi alla cementificazione selvaggia, al disboscamento, alla mancata manutenzione del letto dei fiumi e dei torrenti), ma non siamo nemmeno in grado di “conservarla” per poterla poi riutilizzare per gli usi civili, industriali e agricoli nei momenti di difficoltà.

“L’Italia ha un grande problema: trattiene solo il 10% dell’acqua che potrebbe invece trattenere molto meglio, e questa è una percentuale troppo bassa – rincra la dose Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao -. Dobbiamo assolutamente fare un lavoro di maggiore infrastrutturazione irrigua, soprattutto in alcuni territori, e dobbiamo anche cambiare un po’ il nostro modo di utilizzare l’acqua in agricoltura, magari sviluppando tecnologie, varietà e anche produzioni più resistenti a questo cambiamento di clima”.

Di fatto, ben il 90% della pioggia si disperde nel nulla perché terreni resi così aridi dalla prolungata siccità non sono in grado di assorbire l’acqua quando arriva in maniera così copiosa e violenta: il prezioso liquido scivola via e non penetra in profondità a portare sollievo ad ogni tipo di vegetazione. E le conseguenze già si vedono: alcune Amministrazioni comunali hanno emanato in nettissimo anticipo rispetto al passato ordinanze che limitano fortemente l’uso dell’acqua (vietato, ad esempio, innaffiare i giardini domestici o lavare l’auto in proprio). Divieti che si estenderanno non appena gli effetti delle mancate precipitazioni, anzi della carenza di invasi e delle necessarie infrastrutture idriche, diventeranno più marcati.

Ma cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi? L’estate 2023 potrebbe essere leggermente più calda e piovosa della media sull’Europa meridionale, Italia compresa, secondo quanto indicano le prime previsioni meteo stagionali elaborate dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. Secondo l’ultimo bollettino aggiornato agli inizi di maggio, cresce la probabilità che si verifichino precipitazioni superiori alla media sull’Europa meridionale per l’intera estate (giugno-agosto). Nel complesso le anomalie previste sono contenute, con quantitativi di pioggia che non dovrebbero marcare una differenza significativa rispetto alle condizioni di siccità preesistenti in queste regioni. Per quanto riguarda le temperature, si prospettano valori stagionali superiori alla media ovunque, soprattutto nell’Europa meridionale e occidentale, ma nel complesso le previsioni non sembrano essere più preoccupanti di quelle che erano state fatte per l’estate scorsa.

Molto caldo, maggiore piovosità, ma le condizioni di siccità generalizzata non cambieranno: facciamocene una ragione già da oggi.

Buona domenica.

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