//Pinkadella, a Londra focaccia e mortazza

Pinkadella, a Londra focaccia e mortazza

di | 2022-10-23T07:17:50+02:00 23-10-2022 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti
“Focaccia con la mortazza”. A Roma uno spuntino del genere è davvero pane quotidiano: un autentico, semplice “street food” che conquista da sempre il cuore e il palato di persone di ogni età. Una sorta di “parificatore sociale” che unisce intere generazioni. Un appuntamento con sapori antichi, mai dimenticati e per questo ancor più ricercati. Dall’inizio dell’anno è possibile gustare la focaccia con la mortadella anche a Londra, precisamente nel quartiere residenziale di Hampstead Heath, dove un trentenne italiano ha aperto la sua innovativa attività. Con un successo straordinario, va subito detto, perché il cibo italiano (anche quello apparentemente banale) funziona sempre. A qualsiasi latitudine.
Lui si chiama Gabriele Contente, è romano e prepara i suoi caratteristici panini per una clientela molto varia: impiegati in pausa pranzo, studenti che tornano a casa dopo la scuola, pendolari in attesa dell’arrivo del bus nella vicina fermata, semplici passanti, incuriositi dal profumo di pane fresco, appena sfornato, e dall’inconfondibile fragranza di quel salume dal caratteristico colore. E infatti la piccola impresa di Gabriele ha un nome particolare: Pinkadella, che deriva dall’unione dell’aggettivo “pink” (rosa) con la desinenza del sostantivo del principale ingrediente. La mortadella arriva naturalmente dall’Italia, mentre la focaccia viene preparata costantemente da un forno nelle vicinanze gestito da italo-inglesi.
Le particolarità però non si fermano qui. Gabriele ha ubicato il suo “locale” in una telephone booth, la famosa cabina rossa del telefono (appena 2 metri e 51 centimetri di altezza per 80 centimetri di larghezza). Lì, oltre ai panini che costituiscono la principale attrattiva gastronomica, si prepara tanto altro. Intanto, le focacce possono essere anche condite con pesto di pomodori, pesto genovese, pomodori secchi, salsa di peperoni e burrate (tutti prodotti che arrivano dall’Italia) per accontentare il pubblico vegetariano e vegano; poi, nel menù sono presenti pure bombe calde al cioccolato, magari accompagnate dal caffè espresso (che a Londra è merce piuttosto rara) con i clienti che sono incoraggiati a portare le proprie tazze riutilizzabili (dare una mano all’ambiente non guasta mai, anzi…).
“Da tre anni vivo a Londra – spiega Gabriele Contente – e ho sempre avuto l’idea di aprire un business nel campo della ristorazione. La mia principale professione è comporre musica e mi sono trasferito nella capitale inglese proveniente dagli Stati Uniti per continuare questo percorso. Ma vengo anche da una famiglia dove la cucina è sia passione che fonte di guadagno. Mio nonno aveva dei ristoranti a Roma, mia madre e mio fratello sono chef e, dato che Londra è storicamente la città delle opportunità e delle sperimentazioni in campo culinario, perché non lanciarmi?”.
“Mentre ero chiuso in casa a causa del lockdown pensavo che avrei voluto, prima o poi, aprire un caffè – aggiunge -. Un giorno sul giornale lessi che era possibile prendere in affitto o acquistare cabine telefoniche e fu così che ebbi l’idea di avviare la mia attività. Molte delle pratiche relative ai permessi le ho dovute fare da remoto, così come molte telefonate che hanno comportato tempi d’attesa biblici: quei 3 o 4 mesi canonici per sbrigare la burocrazia si sono tramutati in quasi un anno di fatica”. Come che sia, alla fine il sogno si è avverato ed è nata così la focacceria più piccola del mondo, dove però non mancano “i sapori caratteristici dell’Italia”.

“Ho tantissimi clienti italiani: li ho riuniti da tutta Londra proprio qui, ad Hampstead – sottolinea orgoglioso -. Devo dire però che sono molti anche gli inglesi che approdano al Pinkadella, curiosi di assaggiare specialità come la ‘mortazza’, che spesso provano qui per la prima volta”. E siccome il successo è arrivato quasi subito, suscitando anche l’attenzione di diversi giornali inglesi, Gabriele Contente confessa che “tante persone mi hanno proposto di ampliare l’attività. La mia intenzione è sicuramente quella di aprire altri negozi, ma di farlo sempre mantenendo il format della cabina telefonica”.

Questo ragazzo romano, insomma, ce l’ha fatta perché le idee semplici (come molto spesso è avvenuto non solo in campo imprenditoriale) sono quelle destinate ad affermarsi e a crescere. Ma da una vicenda che suscita sincera simpatia ed anche un pizzico di emozione, bisogna saper trarre anche un piccolo insegnamento: nella vita, talvolta, non servono grandi capitali o studi particolari. Bisogna sempre avere un po’ di fantasia e un pizzico di coraggio. E quel briciolo di fortuna che non guasta mai.

Buona domenica.

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