NAPOLI – Si è conclusa la kermesse di Piano City che da qualche anno invade Napoli, per tre giorni, di note musicali: coinvolti 700 pianisti per 250 eventi in 55 location. Sono eventi di rilievo con performer di fama nazionale ed internazionale. I concerti sono diffusi in luoghi pubblici: musei, biblioteche, chiese, palazzi storici, metropolitana, aeroporto e piazze. Una vera full immersion nel mondo musicale e del pianoforte. Una forte intuizione all’educazione musicale e all’ascolto per sensibilizzare anche gli animi più reticenti. Alcuni concerti sono eseguiti in abitazioni private che aprono i loro spazi ad eventi speciali.
Da un’idea di Andreas Kern e organizzata dal comune di Napoli, Piano City 2019 ha aperto con l’ormai tradizionale concertone di Piazza Plebiscito: 21 pianoforti dislocati nell’emiciclo del porticato negli spazi ricavati tra le colonne. Un effetto di luci, note e bellezza architettonica da mozzafiato. 21 pianoforti in concerto, overture a cura di Patrizio Marrone. Nelle passate edizioni il programma prevedeva musiche originali appositamente composte per l’occasione, quest’anno Mozart, Puccini, Bizet, Rossini con brani trascritti e modificati nel timbro per la particolare esecuzione. Coinvolti tra altri musicisti di fama, gli orchestrali dei licei musicali della Campania, 21 studenti selezionati attraverso un bando regionale.
In diecimila venerdì 5 alle 21 in piazza Plebiscito ad assistere al concerto a dimostrazione che Napoli è cultura ed ama e sa apprezzare la buona musica a dispetto di chi continua a dipingere i napoletani come amanti del trash dopo l’autogestito concerto di Tony Colombo in occasione del suo matrimonio che ha riempito la stampa e la TV spazzatura, ma non la piazza. La risposta alla distorsione puntuale riguardo ad una minoranza verso gusti musicali che fanno capo ai neomelodici che hanno sicuramente un loro seguito locale, ma che non rappresentano la città tutta.
Piano city è un evento particolare che dà spazio a molti giovani musicisti che contro corrente puntano il loro futuro in un percorso difficile, ma di passione, di virtuosismo. Chi sa suonare uno strumento ha una marcia in più, una possibilità espressiva più ampia e profonda perché la musica è salvifica, è veicolo di emozione che arriva inevitabilmente al cuore. Non a caso le immagini lanciate nell’universo alla ricerca di eventuali altre vite, sono di un’orchestra che suona, come massima espressione dell’uomo in questa terra.
Angela Ristaldo
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